PAPA FRANCESCO INVIA UNA NUOVA LETTERA AI VESCOVI DI GERMANIA: È DI NUOVO ALLARME SCISMA
Tre lettere di Papa Francesco inviate alla Chiesa di Germania in meno di un anno riflettono, al di là dei contenuti, un serio campanello d’allarme in merito ad un possibile scisma con la maggioranza dei vescovi tedeschi. Dall’inizio del Cammino Sinodale 4 anni fa a Berlino, di acqua sotto i ponti ne è passata così come sono cambiati i vertici della Conferenza episcopale di Germania, ma il risultato non sembra modificarsi: donne prete, matrimoni e benedizioni gay, laici in ruoli di potere, comunione ai divorziati sono solo alcuni dei temi che allontanano sempre più la comunità cattolica tedesca a il Vaticano. Ora è per l’appunto una terza lettera – dopo quella di gennaio e novembre 2023 – ad infiammare le tensioni già preesistenti: ne dà notizia Franca Giansoldati sul “Messaggero”, citando alcuni punti della missiva voluta da Papa Francesco per chiedere ancora ai vescovi tedeschi di evitare punti di “rottura” con la Chiesa centrale.
Le relazioni sarebbero crollate dopo l’ultima riforma ideata dall’Assemblea generale della Chiesa tedesca (riunitasi oggi con il presidente dei vescovi, mons. Baetzing, ad Augusta, ndr) che vorrebbe porre in ruoli di vertice nelle diocesi anche dei laici. Scrive il “Messaggero” citando le fonti dirette in Vaticano: «Non più è solo la sfida a ottenere il diaconato femminile o il sacerdozio femminile – cose al momento vietate – ma di arrivare a qualcosa di più esplosivo, ben più rivoluzionario: i cattolici tedeschi sono a un passo dalla istituzione nelle diocesi di organismi consultivi e deliberativi in cui al vertice decisionale, oltre al vescovo, ci sarebbero anche dei laici». Quello a cui puntano i vescovi in Germania è una sorta di “governo democratico” a livello locale, in completa opposizione alla dottrina cattolica sul sacramento dell’ordinazione episcopale.
COSA VUOLE LA CHIESA DI GERMANIA E PERCHÈ SI RISCHIA UN VERO SCISMA. L’APPELLO DEL CARD. SCHÖNBORN
Una nuova tensione con la Chiesa di Germania che ha portato Papa Francesco a ispirate una lettera – annunciata dall’agenzia cattolica KNA – con le firme dei cardinali Parolin (Segretario di Stato), Fernandez (Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede) e Prevost (Dicastero dei vescovi) per riaffermare la posizione del Vaticano sul tema dirimente: «La Chiesa in Germania non è autorizzata a istituire un organo decisionale in cui i laici, oltre ai vescovi, hanno anche voce in capitolo su questioni ecclesiastiche fondamentali». La vicenda è talmente seria e delicata che, segnala la stessa agenza KNA, è intervenuto dall’Austria l’autorevole arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn: «i vescovi tedeschi devono seriamente chiedersi se vogliono davvero lasciare la comunione con e sotto il Papa o piuttosto accettarla lealmente». Intervistato dal portale cattolico “Communio.de”, l’allievo di Papa Benedetto XVI insiste «Rifiutare di arrendersi sarebbe obstinatio – un chiaro segno di uno scisma che nessuno può desiderare».
Dopo l’incontro a Roma con i vescovi tedeschi avvenuto nell’autunno 2022, la richiesta di unità profusa da Papa Francesco aveva ricevuto una risposta non netta ma sicuramente non assimilabile ad uno scisma dalla Chiesa di Roma: «siamo cattolici e quello vogliamo rimanere, si è dimostrato che il dialogo è possibile», spiegò a suo tempo monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, dopo l’incontro con il Santo Padre. Unità ma anche preoccupazione, con la Chiesa tedesca che espresse su tematiche come sacerdozio femminile, celibato, morale sessuale «forti divergenze tra la Chiesa in Germania». Sempre alla rivista tedesca cattolica è il Card. Schönborn a mostrare forte impressione per la pazienza con cui il Papa «sta cercando di rimanere in dialogo con i vescovi tedeschi e mantenere l’unità e la comunione». Pazienza, anche forse troppa, ravvisa l’arcivescovo austriaco riportando altre voci all’interno della Chiesa: «alcuni pensano sia arriva il momento di reagire con misure drastiche. No, anche dopo l’ultima lettera di Roma: la finestra del dialogo rimane aperta!». Per Schönborn la Santa Sede sta cercando ogni modo per evitare lo scisma, ergo ora «Dovremmo quindi aspettarci che anche i vescovi tedeschi facciano delle concessioni in cambio – e i vescovi tedeschi dovrebbero anche aspettarsi che il Comitato centrale dei cattolici tedeschi non oltrepassi il limite». L’impressione è che il tema sia solo rimandato ad una discussione ancora più accesa che potrà tenersi nell’ultima fase del Sinodo sulla Sinodalità previsto a settembre in Vaticano: le rivendicazioni dei vescovi tedeschi potrebbero trovare altre “alleanze” in ulteriori settori della Chiesa mondiale. A quel punto sarà Papa Francesco a dover decidere come e in che modo replicare a tali pressanti richieste “progressiste”.