L’alcol come digestivo? Semplicemente un falso mito. Il medico dietologo e divulgatore scientifico Edoardo Mocini ha analizzato questa credenza popolare sulle pagine del Corriere della Sera e non ha utilizzato troppi giri di parole: non è vero che gli alcolici aiutino a digerire. Una brutta botta per chi punta sul liquore per tentare di smorzare un pasto abbondante, una cena particolarmente luculliana.
Per Edoardo Mocini si tratta di un falso mito, una teoria che deriva da lontano: “Già anticamente, preparati a base di erbe e radici dal sapore amarognolo venivano consumati dopo pasti copiosi. Gli amari, fino agli inizi del ‘900, venivano anche utilizzati come medicinali. Ippocrate ideò la ricetta dell’hippocras, un elisir dalle proprietà medicamentose a base di vino aromatizzato con miele ed erbe”.
L’alcol non aiuta a digerire? No, è un falso mito
Nel corso della sua analisi, l’esperto ha spiegato che il gusto amaro delle erbe contenute nell’alcol stimola specifici recettori sulle papille gustative e di conseguenza aumenta la produzione di saliva, nella quale “sono presenti enzimi utili per iniziare la digestione del cibo, e di gastrina, un ormone che stimola la secrezione di succhi gastrici e, quindi, la scissione dei nutrienti”. Ma c’è un dettaglio da non sottovalutare, ha aggiunto Edoardo Mocini: i potenziali effetti digestivi vengono azzerati dall’alta gradazione alcolica. Ma non è tutto: “L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’alcol come agente cancerogeno del gruppo 1 (al pari di benzene, arsenico e amianto). Possiamo, dunque, dire che l’alcol non favorisce la digestione. Tuttavia, non mangiamo con il solo scopo di nutrirci e dunque un amaro condiviso occasionalmente con amici e familiari può essere un momento di socialità e piacere. Non solo. Un buon amaro a base di erbe può anche essere utilizzato in cucina”. Una brutta notizia per chi pensava a proprietà benefiche dell’alcol post-pasto: liquori e amari potranno essere spesi solo per la convivialità.