Si chiama “L’Alternativa c’è” ed è la nuova componente del Gruppo Misto alla Camera formatasi dopo la scissione nel Movimento 5Stelle a seguito della fiducia al Governo Draghi: l’annuncio dato dalle agenzie vede la formazione di almeno 13 deputati che confluiscono in “L’Alternativa c’è” con alcune fonti ex grilline che spiegano all’Adnkronos «è uno strumento parlamentare utile per poter intervenire con maggior forza – per tempi e presentazione di emendamenti – sul merito delle questioni che il Parlamento sarà chiamato a discutere ed approvare».



L’annuncio era nell’aria e potrebbe farsi ufficiale nei prossimi giorni, naturale conseguenza della frattura interna nata a seguito del voto su Rousseau per la nascita del nuovo Governo post-Conte: al momento, secondo quanto raccolto da Affari Italiani, i componenti della linea pro-Di Battista (nel frattempo uscito definitivamente dal Movimento 5Stelle in aperto scontro con i vertici Di Maio e Grillo) vedrebbero Massimo Baroni, Andrea Colletti, Pino Cabras, Alvise Maniero, Manuela Corda, Paolo Giuliodori, Rosalba Testamento, Raffaele Trano, Andrea Vallascas, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Maria Laura Paxia e – forse – anche Nicolò Romano. Raggiunta a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1 l’ex M5s ora al Misto Jessica Costanzo ha confermato il gruppo “L’Alternativa c’è”: «Sono stata espulsa dal gruppo parlamentare ma sono ancora iscritta al Movimento 5 stelle. Se e’ vero che vogliamo formare un gruppo alla Camera che potrebbe chiamarsi ‘Alternativa’? E’ in fase di avvio, bisogna programmare e strutturarsi. Non possiamo morire e non fare nulla, c’e’ da fare opposizione. Se i cittadini e se la base lo reputassero, anche con un voto su Rousseau, sarei disposta a dimettermi».



FUTURO M5S, IL “PRESSING” DI GRILLO PER FAR ENTRARE CONTE

Nel frattempo le discussioni interne e i “posizionamenti” per l’immediato futuro del M5s dovranno passare dal momento chiave della nomina dei sottosegretari al Governo: con la scissione maturata in Parlamento la scorsa settimana, ai grillini spetteranno meno posti nei Ministeri e questo ha scatenato una reazione di protesta del gruppo dirigente che al momento ha “bloccato” la nomina dell’intero comparto di 40 sottosegretari-viceministeri altrimenti presentato entro questo weekend. Il tutto, mentre “aleggia” la figura di Giuseppe Conte nel futuro di un Movimento che in teoria ha da poco approvato con voto su Rousseau il nuovo statuto con “Direttorio” a 5 in rotazione: secondo un interessante retroscena oggi su La Stampa, Ilario Lombardo e Luca Monticelli svelano il pressing che Beppe Grillo starebbe ponendo per piazzare Conte come vero leader del Movimento a discapito di Luigi Di Maio.



«Nelle ultime ore nei 5 stelle si segnalano una serie di interlocuzioni con Beppe Grillo per istituire una nuova figura pensata appositamente per l’ex premier. Avverrebbe attraverso una modifica ad hoc dello Statuto», spiegano da La Stampa su fonti parlamentari M5s. La prima ipotesi vede una carica “esterna” rispetto al futuro comitato dei cinque in modo da esercitare un ideale raccordo con i potenziali alleati Pd e Leu; in secondo luogo, l’altro scenario vede invece Conte “primus inter pares” nei 5 del nuovo Direttorio. In questo secondo caso dovrebbe modificarsi lo Statuto visto che è appena stato votato come quella figura sia a rotazione tra i 5 nominati nel Direttorio ogni tot-mesi. Secondo le regole finora emersee sul direttorio dovrebbero essere 2 membri di governo, 2 del parlamento e 1 degli enti locali. Per La Stampa, i papabili al momento – esclusi Di Maio e Conte per capire quale futuro possano avere internamente al M5s – sono Alfonso Bonafede, Virginia Raggi, Lucia Azzolina, Fabio Massimo Castaldo e Danilo Toninelli.