Giuseppe Conte è tornato ieri al Quirinale, esprimendo al presidente della Repubblica “la volontà di promuovere in Parlamento l’indispensabile chiarimento politico mediante comunicazioni da rendere dinanzi alle Camere”. La crisi di Governo verrà quindi parlamentarizzata, come chiesto dal Movimento 5 Stelle, oltre che dall’opposizione, per ragioni evidentemente opposte. In giornata si è riunito anche l’ufficio politico del Pd e pare che tra i dem non si escluda il ritorno alle urne a giugno. Secondo Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, l’ipotesi del voto anticipato «è da escludere, vista la situazione epidemiologica».



A questo punto Conte andrà in Parlamento a cercare il voto dei cosiddetti responsabili?

In una situazione come quella in cui si trova il Paese, con la lotta alla pandemia e il Recovery plan da implementare, occorre un esecutivo basato su forze politiche stabili, non su transfughi o responsabili. Non è certo ipotizzabile ora una maggioranza di centrodestra, posto che le stesse sue forze non avrebbero molta convenienza a guidare il Paese in questa fase, per cui non resta che il Governo di scopo per affrontare 4 sfide principali: l’emergenza economica e la situazione della finanza pubblica; il contrasto alla pandemia; la campagna vaccinale; l’implementazione del Recovery plan, che purtroppo presenta ancora dei problemi.



Quali?

Anzitutto non siamo di fronte a un vero piano, perché sono stati indicati solamente gli stanziamenti ai singoli settori e non si capisce quindi quali progetti specifici e quali opere verranno finanziati. Inoltre, ci sono stati accorpamenti di altri fondi e resta a mio avviso ancora insufficiente il livello degli investimenti aggiuntivi.

Quanto dovrebbe durare questo Governo di scopo?

Scattando tra pochi mesi il semestre bianco, che di fatto congela la possibilità di tornare al voto, credo che debba andare avanti abbastanza per poter garantire una stabilità fino alle elezioni che si potranno tenere, con meno rischi legati al Covid, l’anno prossimo. In questo modo avremo anche un traghettamento che garantisce una continuità adeguata, soprattutto per far partire il Recovery.



Dovrebbe essere un Governo di tecnici o di politici?

Non è detto che debba essere totalmente composto da tecnici. In generale servono figure con un’esperienza rilevante che abbiano un cursus honorum vero, non inventato, anche perché non dobbiamo dimenticare che l’Italia avrà quest’anno la presidenza di turno del G20. Certamente i ministri dell’Economia, delle Attività produttive e della Salute dovrebbero essere persone con competenze ed esperienze effettive in questi campi, e potranno anche essere politici. Quello della Salute, in particolare, sarebbe meglio fosse finalmente un economista o una persona che ha gestito una grande struttura sanitaria privata.

Lei ritiene quindi impossibile che si possa avere un Governo sostenuto dalla maggioranza attuale con un presidente del Consiglio diverso da Conte?

Sì, lo ritengo impossibile, perché ci sono troppe differenze tra i partiti, a cominciare dall’opposizione alle grandi opere dei 5 Stelle per finire all’insistenza di Italia Viva sul ricorso al Mes sanitario, passando per le sfumature diverse con cui pensano di risolvere la vicenda Autostrade. Non sembra quindi possibile trovare dei punti d’incontro su cui basare un’azione di Governo efficace, specie sull’economia, come servirebbe ora.

L’Europa come guarderà a questa crisi di Governo?

Io non mi limiterei a parlare dell’Europa, perché anche gli Stati Uniti seguiranno le vicende italiane. Mi sembra evidente che c’è ora un’avversità nei confronti di Conte dipendente dal fatto che, per motivi che non conosco, viene associato a Trump. Gli Usa hanno bisogno comunque di avere un rapporto particolare con il nostro Paese e vedono M5s troppo vicino alla Cina. Per quanto riguarda l’Europa, Francia e Germania necessitano dell’Italia per raggiungere un equilibrio dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Finora i 5 Stelle sono serviti a Bruxelles come stampella per eleggere la von der Leyen e per dar vita a un Governo che evitasse una forte affermazione della Lega. Ora il partito di Salvini è diventato meno critico verso l’Europa e in ogni caso per governare avrebbe bisogno di altri partiti non euroscettici, quindi non rappresenta più un pericolo.

(Lorenzo Torrisi)