LAMARCUS ALDRIDGE SI RITIRA

Fulmine a ciel sereno dal mondo della NBA: LaMarcus Aldridge si ritira. A quasi 35 anni il lungo di Dallas ha deciso di dire basta, e la notizia è clamorosa: arriva a stagione in corso, con i playoff che si avvicinano, e i suoi Brooklyn Nets serissima contender per il titolo. Aldrige però ha motivato la decisione sui social, con un lungo messaggio: ha rivelato di aver accusato un’aritmia cardiaca nel corso dell’ultima partita giocata, di essersi spaventato tantissimo e, in soldoni, di voler mettere ora la famiglia e la vita privata al primo posto dopo essersi dedicato al basket per 15 anni. È dunque una notizia che spiazza, ma non possiamo che augurare un in bocca al lupo ad Aldridge; siamo sicuri che anche i Nets capiranno i motivi della sua scelta, anche se ovviamente non potranno che essere rammaricati da quello che avrebbe potuto essere.



Già, perché Aldridge è uno degli innesti a stagione in corso della squadra allenata da Steve Nash che non ha mai fatto mistero di voler fare all in per puntare al titolo in tempi brevi, se non addirittura immediati (vista anche l’età media delle sue star): Kyrie Irving e Kevin Durant già nell’estate 2019, poi James Harden, quindi Blake Griffin. Un all star team che ha fatto storcere qualche naso per come è stato assemblato, e del quale Aldridge rappresentava il lungo di grande esperienza da contrapporre ad Anthony Davis (e ora Andre Drummond) ai Los Angeles Lakers in caso di un’eventuale finale. Così invece non sarà.



LA CARRIERA DI ALDRIDGE

Nella sua carriera NBA, dopo il biennio a Texas ed escludendo i Nets, LaMarcus Aldridge ha avuto due squadre: Portland e San Antonio. I Trail Blazers lo presero nella notte del draft 2006, ma con uno scambio: lui fu selezionato da Chicago con la seconda scelta assoluta, ma in Illinois finì il numero 4 Tyrus Thomas. Visto che di quest’ultimo le tracce si sono perse praticamente subito, è facile dire come sia andata: Aldridge è diventato l’uomo franchigia in un team che avrebbe potuto avere anni di straordinario lusso ma ha pagato dazio alla clamorosa sfortuna (e qui tra Brandon Roy e Greg Oden, senza dimenticarsi di Sam Bowie ai tempi, potremmo aprire un capitolo sulle visite della dea bendata nell’Oregon), rimanendo però quasi sempre in ottica playoff come outsider. Nel 2015 ha esplorato la free agency accasandosi a San Antonio, ma ha trovato una squadra in ricostruzione o quasi: andato via anche Kawhi Leonard, ritiratisi i Big Three, per Aldridge gli Spurs stavano diventando una sorta di prigione e così è arrivato il buy out, che ha permesso a Brooklyn di firmarlo. Ora però la sua carriera come giocatore di basket è finita, all’improvviso e senza avvisaglie: del resto, a volte il corpo ti manda dei segnali che devi essere bravo a cogliere…

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