Continua incessante il maltempo nel milanese, con una nottata di fitta pioggia che è poi proseguita anche per tutta la giornata di oggi, aumentando a dismisura la pressione sui fiumi Lambro e Seveso, da sempre e notoriamente a rischio esondazione. Dopo una mattinata tranquilla, infatti, il Lambro è esondato superando i suoi argini con l’acqua che in breve tempo ha raggiunto le strade di alcuni quartieri milanesi e – in un secondo momento – di Monza; mentre nella prima serata l’ha seguito anche il Seveso, che è esondato pure lui e ora scorre per le strade del quartiere Niguarda.



E così, mentre sono ancora in corso le operazioni di soccorso per i numerosi milanesi costretti ad abbandonare le loro abitazioni, con la pioggia che continua a cadere senza accennare a diminuire; si riaprono anche i soliti dubbi sul perché il Lambro e il Seveso siano così frequentemente soggetti al rischio esondazione. Non a caso è dal 1975 ad oggi sono si sono segnalati 119 casi, con una frequenza pari a circa due e mezza all’anno, di cui l’ultima lo scorso ottobre.



Perché il Lambro e il Seveso sono a rischio esondazione: esiste una soluzione?

Dicevamo che il problema esondazioni per il Lambro e il Seveso è decisamente noto e affonda le sue radici almeno a partire dagli anni ’70, periodo in cui è iniziata la vasta espansione urbana dell’area milanese che nei decenni è diventata tra le più densamente abitate del nostro territorio. L’urbanizzazione causa – ovviamente – dei cambiamenti importanti al suolo terreste e, nello specifico, nell’area edificata nei pressi del Lambro e del Seveso è accaduto un fenomeno chiamato impermeabilizzazione: com’è facile intuire il terreno perde il suo potere drenante a causa dell’asfalto cittadino, dei sistemi fognari e degli impermeabilizzanti usati per edificare le fondamenta degli edifici.



Ora, unendo un suolo impermeabile ad una quantità di pioggia superiore alla media stagionale, quando i fiumi si ingrossano non riescono a drenare nel terreno parte dell’acqua accumulata con le precipitazioni che finisce per riempire le fognature e superare gli argini. Compreso il problema in passato è stata studiata anche una soluzione, che pur non diminuendo il rischio esondazione di fiumi come il Lambro e il Seveso, aiuta a contenere l’acqua in modo che non si riversi in strada.

Parliamo, ovviamente, delle vasche di laminazione che di fatto sono gigantesche vasche che contengono parte dell’acqua in eccesso, per poi riversarla nuovamente nei fiumi quando diminuisce la pressione in eccesso. Nell’area interessata delle esondazioni del Lambro e del Seveso sono previste (sulla carta) quattro vasche di laminazione e in mattinata ne è anche entrata in funzione una, peccato che sia l’unica a funzionare correttamente, mentre le altre tre attendono il via libera dopo i collaudi.