Con la recente intervista al giornalista inviato di guerra Franco Di Mare che ha raccontato ai microfoni si Fabio Fazio di avere un grave e mortale mesotelioma pleurico, si è riacceso il dibattito sull’amianto, una fibra minerale ampiamente utilizzata in tutto il paese dagli anni ’50 e che si è scoperta essere uno dei maggiori cancerogeni presenti in natura solamente nei primi anni 90: non a caso l’Italia, in anticipo rispetto al resto del nostri vicini europei, ne rese illegale l’estrazione, la vendita e l’uso già a partire dal 1992. Il problema però, al di là della triste vicenda di Di Mare (che potrebbe essersi esposto alle fibre durante il servizio nei Balcani), è che – spiega l’oncologo Antonio Giordano ad AdnKronos – “in Italia l’amianto è presente ancora ovunque e anche in modo insospettabile, senza che nessuno intervenga”.
Partendo dal giornalista, però, ha voluto precisare che “il mesotelioma pleurico è un killer silente, ma allo stesso tempo è uno dei pochi tumori per cui l’eziologia è pressoché certa” ed associata proprio all’esposizione “all’amianto”: materia che Giordano conosce bene dato che, rivendica, “mio padre fu uno fra i primi scienziati a studiare e scoprire i gravissimi danni derivanti dall’esposizione alle fibre”.
Antonio Giordano: “Senza bonificare l’amianto si condannano a morte migliaia di persone”
Ora, tornando al presente e lasciando da parte un attimo Franco Di Mare, l’oncologo pone l’accento sul fatto che “nonostante ogni attività di estrazione, commercio, importazione, esportazione e produzione di amianto sia vietata, il materiale è ancora presente in grandi quantità nei luoghi in cui non si è provveduto alla bonifica e allo smaltimento”, tanto che ormai l’aria del nostra Bel Paese è “avvelenata [e] il rischio di sviluppare il mesotelioma è diventato ambientale piuttosto che professionale”.
Fermo restando, però, che per quel particolare tumore “non vi è alcun test che da solo o in combinazione con altri” possa evidenziare un qualche “marker diagnostico” utile per una campagna “di prevenzione a livello della popolazione”, secondo Giordano è importante che si acceleri sul monitoraggio “degli ex esposti” e, ovviamente, alle bonifiche dove non sono ancora state fatte. Facile da dirsi, ma mentre la ricerca e gli studi in questo campo “rallentano”, secondo l’oncologo emergono come sempre più evidenti i “forti interessi economici alla base dell’industria dell’amianto“, con la conseguenza che si “condanneranno a morte migliaia di persone”.