La terza stagione de L’Amica Geniale 3 segna una discontinuità abbastanza netta con le prime due, quando il racconto era concentrato sulle vite parallele delle due amiche nate e cresciute nel quartiere Luzzatti, uno degli angoli più poveri e difficili della periferia napoletana, mentre tutto intorno scoppiava il boom economico. Merito della nuova regia affidata a Daniele Luchetti (Il Portaborse, Mio fratello è figlio unico, Chiamatemi Francesco), che guida con esperienza la fortunata serie tv targata HBO nelle acque molto più complesse e agitate degli anni ’70.



Elena Greco, la ragazza che racconta con la voce – a dire il vero un po’ noiosa – di Alba Rohrwacher, raccoglie i frutti del successo del suo primo libro. In parte contestato per la scabrosità degli argomenti trattati, il romanzo è invece molto amato dalla critica letteraria di sinistra e soprattutto dal pubblico, che ne decreta il successo nelle vendite. Nonostante tutti i dubbi mai confessati, la giovane scrittrice accetta di sposarsi con Pietro, entrando così a far parte della potente famiglia piemontese Airota, e seguendo il marito a Firenze, dove nonostante l’età e grazie al suo cognome, ha ottenuto la cattedra di letteratura.



Lila Cerullo invece non ha ancora trovato la forza di ribellarsi alla condizione di donna separata. Resiste alle angherie, cerca di andare avanti tra un lavoro pesante in una fabbrica di salumi e la cura del figlio. Trova aiuto solo in Enzo, il ragazzo che la ama e la rispetta, e che di notte studia l’elettromeccanica, grazie a un corso per corrispondenza. Le cose precipitano quando Lila ha un collasso. Elena, che si trova ancora a Napoli presso la sua famiglia, corre in soccorso e grazie alle relazioni della suocera organizza al meglio le cure dell’amica.

Nel racconto entra prepotentemente la politica. Lila con Enzo e Pasquale, diventato nel frattempo un giovane dirigente del PCI, organizzano la lotta in fabbrica, ma con scarsi risultati. Solo un articolo di denuncia delle condizioni di lavoro riservate alle donne scritto da Elena e pubblicato dall’Unità costringe il padrone a pagare a Lila tutto il dovuto. Ma anche Elena si trova a condividere con i suoi amici fiorentini il fervore per il nuovo movimento universitario e a essere attratta dai primi segni di un nascente movimento femminista.



Le due vecchie amiche sono ormai sempre più distanti. Elena a Firenze, pur conducendo una vita agiata, è insoddisfatta. La maternità l’ha gettata in una profonda depressione. Il marito è preso solo dal suo lavoro. Il suo nuovo libro non sembra essere apprezzato dall’editore e dalle persone a cui lo ha fatto leggere. Lila al contrario decide, nonostante le dicerie sul suo conto, di tornare a vivere nel vecchio quartiere, diventato luogo di un scontro tra fazioni politiche e bande criminali che fanno capo alla famiglia dei Carracci.

Inevitabilmente la nuova stagione de L’Amica Geniale 3 non poteva ottenere gli stessi risultati delle prime: c’è un calo di ascolti, la critica è divisa, ma soprattutto gli argomenti trattati sono ancora oggi motivo di polemica. Aborto, divorzio, pillola contraccettiva, libertà sessuale nell’Italia dei primi anni ’70 dividevano profondamente la società italiana esattamente come la dividono ancora oggi. Quello che poi rende indigesto a molti L’Amica geniale 3 è la cruda rappresentazione del clima di maschilismo che si respirava ovunque in quegli anni. Riguarda il rione Luzzatti, riguarda la fabbrica, ma anche l’università e la ricca e colta borghesia del nord che ha accolto Elena. Anche il marito che inizialmente sembrava così un bravo ragazzo si rivela un uomo incapace di comprendere le esigenze della moglie.

Il peggiore di tutti, ed emblema di questo clima di maschilismo imperante, rimane il giovane Nino Sarratore, verso cui però i sentimenti di Elena rimangono molto forti. Nino assomma in sé tutti i difetti del maschio italiano anni ’70, proviene dallo stesso quartiere proletario delle sue amiche, ma ha fatto molta strada, anche se le sue umili origini non gli consentiranno mai di ottenere i riconoscimenti riservati a Pietro.

Per chi quegli anni li ha vissuti davvero non è difficile riconoscere alla ricostruzione realizzata da Luchetti ne L’Amica Geniale 3 non solo la fedeltà, ma anche un’autentica e profonda capacità nel cogliere il clima e i sentimenti dell’epoca. La lotta di classe era effettivamente dominante in quegli anni e si incrociava solo marginalmente con il femminismo. Giusto il peso riconosciuto – nel bene e nel male – alle élite intellettuali di sinistra, di cui Elena finisce per far parte.

Le due giovani attrici – Gaia Girace e Margherita Mazzucco – concludono così la loro esperienza, anche se sembrano entrambe intenzionate a non abbandonare la strada artistica. Un ruolo importante ne L’Amica Geniale 3 è affidato alla mamma di Elena, Imma, interpretata dall’attrice teatrale Anna Rita Vitolo. La donna, burbera e severa con la figlia, rivela col passare del tempo un affetto e una stima nei confronti di Elena che è in grado di migliorare così tanto la sua condizione sociale. La donna rappresenta una parte rilevante dell’intera storia, e cioè il desiderio inespresso di emancipazione delle classi sociali più umili.

Una segnalazione meritano Eduardo Scarpetta (Carosello Carosone, Qui rido io), il giovane attore figlio d’arte, nei panni di Pasquale, l’amico d’infanzia di Elena e Lila diventato dirigente comunista, e soprattutto Giovanni Buselli (Gomorra, Romulus, Un posto al sole) che interpreta Enzo, l’amico fidato che non abbandona Lila nel momento del bisogno.

Infine, una citazione spetta anche alla produzione Wildside de L’Amica Geniale 3 che si è sforzata di regalarci ambienti e atmosfere dell’epoca, realizzandole con gusto e professionalità.

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