«A Napoli serve un patto ancora più forte tra le Istituzioni e per testimoniare l’impegno del Ministero dell’Interno ho voluto partecipare ancora una volta al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ed essere presente alla firma dell’Accordo per la promozione e l’attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della città»: lo ha detto la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese nell’intervista a “Il Mattino”, qualche ore prima della firma in Prefettura per il nuovo “Patto per la Sicurezza” con il prefetto Palomba, il Governatore De Luca e il sindaco di Napoli Manfredi.



Baby gang, Camorra, dispersione scuola: questi i temi principali toccati dalla n.1 del Viminale, giunta a Napoli per fare il punto della situazione con le realtà politiche del territorio. «Rispetto a tali eventi», riferendosi ai tanti scenari della malavita dei clan anche solo nell’ultimo anno a Napoli, «è in atto un’azione di risposta complessiva ed articolata da parte delle Istituzioni, che non si limita alle indagini coordinate della Procura distrettuale antimafia, ma opera anche sul versante della prevenzione attraverso l’immediata intensificazione dei servizi di controllo del territorio ad opera delle Forze di polizia». Il “Patto per Napoli” è un’idea lanciata dall’arcivescovo partenopeo Mons. Battaglia e punta dritto alla cooperazione tra Stato, cittadini e autorità locali per superare il nodo urgente della sicurezza: «La cooperazione tra le Istituzioni e con le diverse componenti della società civile è un modello non solo possibile ma, direi, indispensabile. In quest’ottica, molto importante è il ruolo che può assumere, attraverso il patto promosso dall’Arcivescovo Battaglia, la realizzazione di un percorso condiviso e di rete tra Istituzioni, Chiesa cattolica e mondo del Terzo settore per arginare l’esclusione sociale e culturale di cui, troppo spesso, sono vittime i giovanissimi ai quali, invece, dobbiamo saper offrire modelli e valori visibili e percepiti come vincenti».

GANG E SCUOLA, LA “RICETTA” DI LAMOGESE

Per Luciana Lamorgese il problema sollevato dal Governatore De Luca sull’esplosione delle baby gang” è tutt’altro che marginale, anche se resta una questione «che attiene alla dispersione scolastica». Intervenuta stamane a Napoli, la Ministra ha specificato, «Tutti collegano questo problema al lockdown che certamente ha avuto un impatto negativo sui ragazzi, ma bisogna anche pensare al contesto sociale. Ritengo importante il patto educativo proposto dall’arcivescovo di Napoli. So che non sta bene, ma la prossima volta riusciremo a organizzare un incontro. È un patto che va a coinvolgere aspetti ulteriori che possono incidere poi sulla sicurezza. Se non vado a scuola, poi mi dedico ad attività illecite. Allora, bisogna intervenire alla radice». L’evasione scolastica è un problema che ha coinvolto nel solo 2021 ben 2000 casi di abbandono tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado nella Città Metropolitana di Napoli: «Il Ministero dell’Interno ha finanziato con 3 milioni di euro, attraverso il Pon legalità, il Comune di Napoli per la realizzazione del progetto Piter, destinato al Rione Sanità, che sta consentendo la presa in carico di 300 minori tra i 6 ed i 18 anni a grave rischio di emarginazione sociale e criminalità», ha spiegato ancora a “Il Mattino” la titolare del Viminale. Un altro problema riguarda poi il problema delle videocamere di sorveglianza, in quanto – indica la Ministra Lamorgese – a Napoli «solo il 75% funziona». È necessario dunque un serio monitoraggio, richiesto con forza a sindaco e prefetto sempre nell’incontro del 19 gennaio: «Progetti del Comune non ce ne sono. È bene – osserva la ministra, rivolgendosi direttamente al sindaco Gaetano Manfredi – che vengano fatti in tempi rapidi».