Mentre tra oggi e domani il Governo si appresta a varare il nuovo Dpcm con tutte le nuove restrizioni anti-Covid, il punto su movida e controlli lo ha fatto stamane la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese a “Il caffè della domenica” con Maria Latella a Sky Tg24, di ritorno dal weekend passato a Milano: «Il momento è difficile, le forze di polizia hanno già dimostrato grande capacita di controllo, responsabilità e umanità. Sabato ho fatto un giro a Milano, guardavo i bar all’aperto, i tavolini erano molto ravvicinati, serve un senso di responsabilità anche da parte degli esercenti, dei bar e dei servizi commerciali». La battaglia è da vincere «tutti assieme», ribadisce la Lamorgese non prima di sottolineare come sia il momento questo della responsabilità: «non può esserci un appartenente alle forze di polizia dietro ognuno di noi, siamo noi che dobbiamo essere responsabili. Quando parliamo degli esercenti, dei commercianti e dei gestori dei bar, anche da parte loro ci vuole senso di responsabilità».



LAMORGESE “NO RISCHI DA ARRIVO MIGRANTI”

Il momento è certamente difficile, come ripetono anche i Ministri Boccia e Speranza alla vigilia della riunione urgente con il Comitato Tecnico Scientifico per dirimere le nuove strette da inserire nel Dpcm 12 ottobre: «le forze di polizia hanno dimostrato nei mesi trascorsi una grande capacità di controllo e grande umanità – aggiunge la Ministra del Viminale – Da marzo fino a giugno abbiamo fatto 24 milioni di controlli sulle persone e 470mila sanzioni». Secondo Luciana Lamorgese il momento è molto delicato ma non teme ulteriori problematiche da altri settori del Paese, impegnati ad esempio con l’aumento dell’immigrazione: sono svariati gli ultimi sbarchi giunti a Lampedusa e in Sardegna, ma il Governo non si dice preoccupato. «Non sono i migranti a portare il Covid, i numeri non sono preoccupanti in relazione ai dati sul territorio italiano», spiega ancora nell’intervista domenicale, non prima di concludere sui controlli rafforzati in Sicilia e nel sud «Abbiamo inviato militari in Sicilia non per il Covid, ma perché gli arrivi erano tanti e la Sicilia sopportava un peso notevolissimo – ha concluso la Lamorgese -. Dai dati provenienti dalle strutture di prima accoglienza sappiamo che delle 56mila persone presenti solo il 2,7% è positivo».

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