Il rave di Viterbo, la gestione dei migranti e da ultimo anche l’accoltellamento sul bus a Rimini: solo nelle ultime settimane, lo scontro a distanza tra Luciana Lamorgese e Matteo Salvini si è elevato a tema centrale dell’agenda di Governo, tanto che il Premier Mario Draghi in conferenza stampa si è detto disponibile ad un incontro chiarificatore con entrambi.
«Mentre lei attaccava me sui giornali, ieri sera l’ennesimo finto profugo accoltellava 5 persone (a Rimini). Tra cui un bambino, alla gola. Basta. Rave party abusivi, femminicidi, baby gang, accoltellatori: se Lamorgese è in grado di fare bene il ministro lo dimostri agli italiani, altrimenti lo lasci fare a qualcun altro», è l’ultima polemica sollevata dal leader della Lega contro la Ministra degli Interni, con tanto di nuova richiesta di dimissioni. Non solo, Salvini pone la questione da un punto di vista politico e attacca, «Con i Decreti Sicurezza, il delinquente che ieri ha terrorizzato Rimini rischierebbe l’espulsione in tempi rapidi. Episodi come questi danneggiano la vita delle persone e l’immagine del governo e dell’Italia, non il dibattito politico».
LAMORGESE E IL REBUS MIGRANTI
Dalle colonne del “Corriere della Sera” la Ministra del Viminale replica per le rime agli attacchi di Salvini, spiegando come con una coalizione così ampia, «i ministri sono costretti a grandi sforzi per individuare un punto di equilibrio tra posizioni talvolta distanti su molti temi sensibili, non solo l’immigrazione». Di certo, sottolinea Lamorgese, «quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo, in un momento molto delicato per il Paese nel quale occorrerebbe più coesione». In merito al faccia a faccia con Draghi e lo stesso Salvini, la Ministra si dice più che favorevole, «Non mi sottrarrò certo al confronto, anzi ascolterò con interesse le eventuali proposte che il senatore Salvini saprà indicare su un tema molto complesso qual è l’immigrazione. Infatti la gestione dei flussi coinvolge, oltre naturalmente il rispetto dei diritti umani, anche gli indirizzi della nostra politica estera, i rapporti con partner europei, le scelte strategiche che l’Ue e l’Italia sono in grado di concretizzare in particolare in Nord Africa, nel Sahel, in Afghanistan e nei Balcani». Il rebus sull’immigrazione rimane, con i numeri in aumento nel 2021 (39.965 arrivi, contro i 19.982 del 2020 e il 5.683 nel 2019): qui la ministra conclude al “CorSera”, «Dobbiamo essere consapevoli che l’immigrazione è un fenomeno strutturale e non congiunturale, che ci accompagnerà a lungo. E la crisi pandemica ha acuito una depressione socio-economica nelle aree tradizionali di origine e transito dei flussi, favorendo ancor più la spinta migratoria. Un altro fattore che ha inciso negativamente è quello delle gravi crisi istituzionali, sociali ed economiche che hanno colpito Libia e Tunisia e che hanno evidenziato come non si possa prescindere da un’azione forte della comunità internazionale per la stabilizzazione duratura dei due Paesi».
LA REPLICA (E GLI ATTACCHI DEL CENTRODESTRA)
«Tra rave, sbarchi senza sosta e clandestini violenti, è spaventoso che l’unica preoccupazione del ministro siano le critiche della Lega. Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro»: ha risposto così Matteo Salvini all’intervista sul “CorSera” dove Luciana Lamorgese lamentava gli attacchi in arrivo dal Carroccio su diversi temi dell’agenda politica. Non solo Lega però, anche da Fratelli d’Italia giunge la richiesta di dimissioni per la Ministra degli Interni: «Luciana Lamorgese non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani: deve dimettersi subito», attacca in una nota il deputato e Coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, «Quanto avvenuto a Rimini è la conferma della pericolosità delle politiche immigrazionistiche adottate dal capo del Viminale con l’avallo della maggioranza giallorossa che sostiene il Governo Draghi. Auspico che l’aggressore – un somalo che era libero di vagare sugli autobus senza alcun controllo – venga condannato con il massimo della pena e che la sconti nel suo Paese d’origine». Sulla vicenda di Rimini è intervenuto invece in difesa del Ministro il leader del M5s Giuseppe Conte: «Il grave episodio di violenza accaduto a Rimini, che ha coinvolto anche un bambino, ci impone di alzare la soglia di attenzione e di impegno per rendere le nostre città più sicure e per garantire serenità e benessere ai cittadini. Ma questi obiettivi non si raggiungono sciorinando facili slogan, bensì attraverso l’impegno costante per rafforzare l’azione delle forze dell’ordine e le iniziative di prevenzione e di repressione. Affrontiamo il tema con lucidità per poter essere veramente efficaci nell’azione. In particolare, il cittadino somalo responsabile dell’aggressione ha girato dal 2015 buona parte dei Paesi europei chiedendo protezione internazionale. Solo da ultimo è arrivato in Italia: quindi non c’entrano nulla gli sbarchi in Italia e i relativi controlli. Non scarichiamo sulla polemica politica una questione seria, che riguarda l’intera riviera romagnola, come dimostra la criminalità delle baby gang che si è manifestata a Riccione».