Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, ha trattato il complesso tema della gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico in relazione alle manifestazioni no vax no Green Pass (circa 6.200) che si sono svolte in queste settimane in tutta Italia, creando non pochi disagi: “Per lo più sono state pacifiche e ordinate, ma la presenza di estremisti tra i manifestanti è una insidia seria”, ha detto nel corso di una intervista rilasciata a Il Messaggero.



D’altro canto l’esponente del Governo del Premier Mario Draghi ha voluto sottolineare come la popolazione italiana in massa abbia e stia ancora rispondendo bene alla pandemia. “A quasi due anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19, i cittadini continuano ogni giorno a mostrare una straordinaria collaborazione e senso civico nel rispetto delle misure di contenimento”. Non mancano, tuttavia, coloro che cercano di creare disagi: “Non deve essere abbassata la guardia di fronte al rischio che sparute minoranze di estremisti possano turbare il pacifico svolgimento delle varie forme di protesta. Si tratta di insidie serie, da non sottovalutare mai, che in ogni caso le forze di polizia e la magistratura sono in grado di affrontare con la dovuta determinazione”.

Lamorgese: “Manifestazioni per lo più pacifiche”. Ma servono leggi sui rave

Luciana Lamorgese, in tal senso, si è espressa anche in merito alla necessità di leggi ad hoc per contrastare i rave party, che “si sono sempre svolti”, ma che adesso preoccupano anche in relazione alla possibile diffusione dei contagi. “Le leggi in vigore non ci mettono in condizione di contrastare questi grandi rave illegali come avviene in altri Paesi d’Europa dove le norme sono più severe”.

È per questa ragione che la ministra dell’Interno propone una legge anti-rave: “Sono convinta che serva un intervento normativo per rafforzare il sistema di prevenzione e contrasto”. Il Governo, in tal senso, sta lavorando sia sul piano preventivo sia sulla fattispecie criminosa. “Tutto questo per allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei, nei quali, evidentemente, oggi gli organizzatori dei rave party rischiano molto di più”, ha precisato.