Riflettori accesi sull’emergenza migranti per Luciana Lamorgese. Il ministro dell’Interno ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica e ha invocato un aumento dei flussi alle frontiere d’Europa per fronteggiare il rischio di un’emergenza umanitaria. Serve una risposta solidale comune, secondo la titolare del Viminale, e il governo è al lavoro “per varare il prossimo decreto flussi che dovrà tenere conto delle crescenti esigenze di vari comparti economici”.
Luciana Lamorgese ha sottolineato che è possibile governare le migrazioni mosse da fattori economici e climatici con un ampliamento dei canali d’ingresso legali con quote di stagionali e di manodopera specializzata: “L’Europa non può immaginare di poter accogliere tutti i migranti economici che intendono mettersi in viaggio dall’Africa e da alcuni Paesi asiatici. Per questo la Ue deve rapidamente intensificare i suoi sforzi per predisporre un piano basato sui partenariati strategici per sostenere la stabilità sociale e lo sviluppo economico dei Paesi di origine e di transito dei flussi migratori”.
Lamorgese: “Grano, rischiamo emergenza umanitaria”
Altro dossier delicato è quello legato al blocco del grano e Luciana Lamorgese ha rimarcato che le Nazioni Unite e l’Ue sono al lavoro con Mosca e Kiev per tentare di svbloccare il grano fermo nei porti del Mar Nero. L’obiettivo è quello di scongiurare una crisi alimentare globale, che andrebbe a impattare sui Paesi più poveri: “Bisogna agire in fretta, altrimenti ci troveremo di fronte ad un’emergenza umanitaria con un aumento dei flussi migratori diretti verso le frontiere della Ue”. Per fare fronte ai flussi in arrivo l’Europa deve muoversi in sintonia, con una risposta solidale: “Il 3 marzo il Consiglio europeo Affari Interni ha adottato all’unanimità una decisione storica con l’applicazione per la prima volta della direttiva per la protezione temporanea dei profughi in fuga dalla guerra – l’analisi di Luciana Lamorgese – Il 3 marzo, dunque, è passata l’idea di un’Europa solidale che l’Italia e gli altri Paesi mediterranei invocano da sempre e che in questa circostanza è stata condivisa dai Paesi del gruppo di Visegrad”.