Non arretra Luciana Lamorgese: anzi, sfida Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno tiene il punto rispetto agli attacchi del leghista, che ormai da giorni non manca di attaccare quotidianamente la titolare del Viminale sul capitolo immigrazione. Intervistata dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, Lamorgese ha usato toni moderati ma decisi, come sottolineato dal quotidiano torinese: “L’immigrazione è un problema complesso. Non c’è nessuna invasione ma i numeri sono in crescita. È facile parlare, poi bisogna fare un bagno di realtà“. Un modo per dire che il leader della Lega usa degli slogan, ma alla fine non offre soluzioni concrete. Lamorgese spiega che le cose sono infatti molto più difficili di quanto il numero uno del Carroccio vorrebbe far apparire: “Allora, il problema dell’immigrazione è complesso e va avanti da anni. Richiede innanzitutto interventi a livello europeo, determinazione e senso di responsabilità nell’affrontare la situazione. Mi chiede se la situazione è seria? Va tutto contestualizzato. I numeri sono aumentati ma non parlerei di invasione. Da gennaio ad agosto abbiamo contato più di 30 mila arrivi. Luglio e agosto sono tradizionalmente mesi con dei flussi maggiori. È facile parlare ma bisogna portare le cose alla realtà. I Paesi da cui provengono i migranti sono in crisi: in Tunisia non c’è più né governo né parlamento, lo Stato è in ginocchio e rischiano di non pagare gli stipendi statali. Poi c’è la Libia“.



LAMORGESE: “IMMIGRAZIONE? SITUAZIONE SERIA MA NESSUNA INVASIONE”

Proprio nella cosiddetta ex “quarta sponda” il ministro Lamorgese si è recato da pochissimo: “La situazione è seria. Non si sa ancora se riusciranno a organizzare le elezioni per fine dicembre. Abbiamo avuto degli incontri a Palazzo Chigi e al ministero degli Esteri con tutti i ministri libici che hanno posto delle richieste specifiche. Su questo anche il premier Draghi, quando è andato a Bruxelles, ha chiesto un impegno per i finanziamenti dei Paesi terzi. L’immigrazione illegale sulla rotta mediterranea non la risolviamo mettendo i militari in mare. Nei Balcani è diverso“. A proposito di rotta balcanica dell’immigrazione, Lamorgese aggiunge: “Lì abbiamo iniziato i pattugliamenti congiunti con la Slovenia. I numeri sono quelli dell’anno scorso. Ma l’Italia non può garantire su migranti per tutta l’Europa. L’ho ribadito anche alla commissaria europea agli Affari Interni Johansson“. Irrealizzabile la proposta di un “blocco navale” targata Giorgia Meloni: “È un atto di guerra, lo sa anche l’onorevole Meloni. Si possono fare delle intese con quei Paesi ma in questo momento è molto difficile“. A domanda, se l’approccio del governo sia di fatto quello assunto da Marco Minniti, fatto di accordi con la guardia costiera libica (salvo scoprire l’esistenza dell’orrore dei campi di prigionia e degli speronamenti dei barconi), Lamorgese replica: “Il ministro Minniti faceva riferimento ai corridori umanitari. Su quello lo stiamo seguendo, organizzando un viaggio anche per 500 persone provenienti dalla Libia con la Comunità di Sant’Egidio e la Chiesa Valdese. Vogliamo che l’immigrazione da irregolare diventi regolare. Ho spinto molto affinché il decreto flussi anziché 30 mila persone all’anno riesca a regolarizzarne un numero più alto. Serve un sistema di immigrazione più integrato“.



LAMORGESE: “SE SALVINI SA COME BLOCCARE GLI ARRIVI ME LO DICA”

Lamorgese in ogni caso concepisce il dossier immigrazione come un problema non italiano, ma europeo: “L’Europa è in difficoltà. Nonostante il semestre tedesco, il patto asilo e immigrazione non ha trovato l’unanimità dei 27 Paesi. E nemmeno adesso, con il semestre di presidenza slovena, c’è accordo. Bisogna lavorare per trovare un compromesso che non penalizzi i Paesi del Mediterraneo. Salvini continuerà a dire che non si fa niente? Eh…che le devo dire? Il senatore Salvini non ha ben chiare le difficoltà che noi viviamo quotidianamente“. Eppure, fa notare Giannini, lo stesso Salvini ha svolto l’incarico di ministro dell’Interno: “Adesso sono circa due anni che sono lì…e una quarantina. a d’anni che sono al servizio dello Stato. L’impegno richiesto è tanto. Anzi, dico al senatore Salvini che se ci sono delle iniziative che non abbiamo adottato e che lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare, io li raccolgo volentieri. Incontro tra di noi? Ancora non c’è stato. Se sono io a non volerlo? Ma no. Sono pronta a mettermi al tavolo con Salvini“.

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