Ancora nessun accordo tra le forze di maggioranza sugli assistenti civici, continua il dibattito non senza affondi degni di nota. Il Movimento 5 Stelle resta contrario alla proposta del ministro Francesco Boccia, netta la posizione di Carlo Sibilia: «Non ho ancora sentito nessuno parlare positivamente di questa proposta, forse è andata in solitaria: magari aveva un buon fine, ma certamente non è stata né spiegata né capita. Direi che dobbiamo archiviare questa locuzione di assistenti civici e passare oltre», le parole del grillino ai microfoni di Sky Tg 24.
L’esponente pentastellato ha poi messo in risalto: «Voglio ricordare che ci sono stati 14 milioni di controlli da parte delle forze dell’ordine durante il periodo di lockdown. Se il problema è aumentare il livello di sicurezza, allora aumentiamo il numero di poliziotti se c’è bisogno di poliziotti». (Aggiornamento di MB)
ASSISTENTI CIVICI, VERTICE CON LAMORGESE E BOCCIA
Non si placano le tensioni al Governo sul dossier assistenti civici ed è in corso un nuovo vertice per tentare di raggiungere una sintesi all’interno della maggioranza. Come vi abbiamo raccontato, l’annuncio del ministro Francesco Boccia ha scatenato il caos ed il titolare degli Affari Regionali è in prima fila nella riunione di Palazzo Chigi: insieme a lui, oltre al premier, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ed i capi delegazione della maggioranza.
Sul tema assistenti civici è arrivato il commento in mattinata di Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente Anci: «Gli assistenti civici non avranno compiti di ordine pubblico, per noi sono volontari che già nella fase di emergenza ci hanno dato una mano. Ora ci stanno aiutando davanti ai mercati per contingentare gli ingressi, ma non hanno nulla a che fare con la movida o con i controlli. In sintesi, i volontari devono fare quello che hanno fatto in questi mesi», le sue parole ai microfoni di Agorà. (Aggiornamento di MB)
ASSISTENTI CIVICI, CONTE: “AVANTI”
Aumenta la spaccatura all’interno del Governo riguardo il tema degli assistenti civici, da individuare attraverso un bando per 60mila volontari coordinati dalla Protezione civile. Il Movimento 5 Stelle gela l’accordo, che sembrava aver fatto passi avanti importanti come riferito da fonti del Governo. Il capo politico dei 5 Stelle Vito Crimi in una nota ha sottolineato: “Bene il passo indietro sull’ordinanza e che si sia chiarito che nessuna gestione della sicurezza sarà affidata a dei volontari: la sicurezza è una cosa seria. I ministri tecnicamente coinvolti Interno e Lavoro hanno chiarito quali sono i possibili utilizzi dei volontari da parte dei comuni, ma prima di parlare di accordo sull’iniziativa serve un confronto politico“. Questo nonostante il premier Conte sembri più che mai intenzionato ad andare avanti. Fonti di Palazzo Chigi hanno infatti comunicato: “I ministri interessati al progetto degli ‘assistenti civici’ proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato“. (agg. di Fabio Belli)
ASSISTENTI CIVICI, CASO ALL’INTERNO DEL GOVERNO
Sulla figura dell’assistente civico scoppia un caso all’interno del governo. La proposta di un bando per 60mila volontari coordinati dalla Protezione civile ha creato una spaccatura all’interno della maggioranza. L’idea del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia non è piaciuta, ad esempio, a Luciana Lamorgese: la ministra dell’Interno ha spiegato di non essere stata neppure consultata. Perplessità ha espresso pubblicamente anche Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro. «Ho delle perplessità», ha ammesso a Sky TG24, rivelando che è in programma a breve una riunione a Palazzo Chigi con il Premier Giuseppe Conte, Boccia e Lamorgese. Catalfo ha confermato durante l’intervista che «non c’era stata una condivisione» e che la proposta «probabilmente il ministro Boccia l’ha portata avanti con l’Anci». Intanto l’assessore della Lombardia alla Sicurezza, Riccardo De Corato, ha espresso la sua contrarietà alla proposta, spiegando che in realtà servono militari, non assistenti civici. (agg. di Silvana Palazzo)
ASSISTENTI CIVICI, LAMORGESE CONTRO BOCCIA
Non sono passate neanche 24 ore dall’annuncio del nuovo bando pubblico per volontari “assistenti civici” che la polemica tanto nel Governo quanto nelle opposizioni è letteralmente esplosa contro la decisione del Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in collaborazione con l’Anci guidata dal sindaco di Bari Antonio Decaro. La formula dei 60mila volontari pronti a lavorare gratis 16 ore a settimana per aiutare a controllare regole e distanziamenti della fase 2 nelle principali città d’Italia (e in particolare nelle zone della “movida” dove si teme possano esplodere nuovi focolai di coronavirus) non piace ma soprattutto non trova la concordanza totale neanche dello stesso esecutivo: il Viminale, da fonti qualificate riportate dall’Ansa, attacca la scelta del Ministro Boccia spiegando «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno, per l’istituzione della figura degli ‘assistenti civici’ in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio».
Alla secca presa di distanza del Ministero guidato da Luciana Lamorgese ha provato a replicare lo stesso Ministero degli Affari Regionali, spiegando che quando si parla di assistenti civici non si parla di ronde o di gente pronta a fare multe, bensì «6 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, aiutare nell’organizzazione del distanziamento sociale, come ad esempio fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi. Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz. In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti, ma solo segnalare a vigili e forze dell’ordine». La precisazione arriva però ormai a diverse ore dal lancio del bando pubblico e la polemica ormai è già bella che avviata.
ASSISTENTI CIVICI, BAGARRE POLITICA DOPO L’ANNUNCIO
«Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?» attacca Matteo Renzi nella sua ultima E-news, ed è solo l’ultimo intervento interno al Governo che guarda con forte perplessità alla proposta ormai già divenuta effettiva del Ministro Boccia. Dall’esterno ci si chiede come sia stato possibile un’iniziativa del genere senza la decisione collegiale del CdM e dello stesso Premier Conte ma nel frattempo la maggioranza torna nel subbuglio a poche ore dal già complicato vertice notturno del Decreto Scuola: «La fuga in avanti di Boccia sui 60 mila assistenti civici non mi convince e soprattutto non convince il M5s. Per noi – chiarisce il senatore M5s e sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Gianluca Castaldi – i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini: auspico un passo indietro del ministro e confronto con tutta la maggioranza».
Durissima anche Sinistra Italiana-Leu che assimila gli “assistenti civici” alle “guardie civili”, «proposta di Boccia improponibile e pericolosa cosi come quella di far lavorare in un settore così delicato persone professionalmente impreparata», attacca Paolo Cento. Polemiche solo nel Governo? Ovviamente no, la proposta di Boccia non sembra piacere proprio a nessuno, neanche a chi come Luca Zaia guarda comunque come problematica la situazione della movida nelle città del Veneto: «una sconfitta sociale perché pensare che devi mandare uno a controllare se indossi la mascherina che è un farmaco salvavita significa che abbiamo un problema culturale. Diversamente se dobbiamo combattere contro i complottisti facciamo la fine di galileo e allora dico ai giovani: se volete veramente ribellarvi ai controlli indossate la mascherina per protesta».
Per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni «avranno il compito di aiutare le autorità a far rispettare le regole della Fase 2 e le limitazioni delle libertà individuali imposte a colpi di decreto. Saranno reputati pubblici ufficiali, per evitare che siano insultati o aggrediti dai cittadini? Chissà se avranno una divisa e strumenti per difendersi, tipo un manganello. Di fatto una milizia autorizzata dal governo»; non solo, per l’ex Ministra dei Giovani, una proposta del genere sembra essere «la versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione? Credo veramente che si stia esagerando. La deriva autoritaria alla quale stiamo assistendo sta assumendo contorni grotteschi ma non per questo meno pericolosa di ogni altra deriva liberticida». Si torna però al punto di partenza: se nessuno o quasi sembra aver condiviso il bando di Boccia e Anci, allora come mai è stato non solo annunciato ma diventerà operativo nei prossimi giorni?