Nei giorni scorsi al largo di Lampedusa è stata salvata una bimba di 11 anni che ha raccontato di essere rimasta vittima di un violento naufragio a causa delle pessime condizioni del mare dopo essere partita dalle coste tunisine di Sfax con il classico barchino improvvisato: immediatamente soccorsa dal veliero Trotamar III della ong CompassCollective è stata ricoverata al pronto soccorso del poliambulatorio delle isole Pelagie dove ha fornito la sua personalissima ricostruzione del naufragio agli inquirenti di Lampedusa poco prima di sottoporsi agli accertamenti medici del caso che ne hanno disposto il trasferimento all’hotspot lampedusano.
Al nosocomio, la bimba di 11 anni ha spiegato – riporta ArigentoNotizie – che “siamo partiti 4 o 5 giorni fa da Sfax” sostenendo che sulla barchetta ci fossero 45 persone fino a quando “tre giorni fa” a causa della pioggia e del vento “la barca è affondata [e] siamo finiti tutti in mare”: dei naufraghi solamente lei si sarebbe salvata, dopo tre lunghissimi giorni passati nel freddo mare di Lampedusa che in questo periodo dell’anno arriva a toccare al massimo i 18 gradi. Nel frattempo – ovviamente – è stata aperta un’inchiesta che dovrà ricostruire i responsabili della partenza e soprattutto del naufragio, oltre che individuare le altre 45 persone che a questo punto non possono che essere morte per ipotermia.
I medici smentiscono la versione della bimba di 11 anni salvata a Lampedusa: “Non può essere rimasta in acqua per 3 giorni”
Tuttavia, a dare una ricostruzione diversa dell’accaduto sembrano essere i referti medici della bimba di 11 anni naufragata e salvata al largo di Lampedusa, con i medici che ricordando in particolare che è stata dimessa solamente quattro o cinque ore dopo l’accesso al poliambulatorio in quelle che sono state definite “buone condizioni” e senza nessuna traccia di “ipotermia” salvo una leggera disidratazione prontamente curata dai sanitari.
Un racconto – insomma – che rende del tutto implausibile la tesi secondo cui la piccola sarebbe sopravvissuta in mare per tre giorni ad una temperatura ben inferiore ai 18 gradi che si sarebbe rivelata letale (per lei soprattutto, ma anche per chiunque altro) nell’arco di una manciata scarsa di ore; senza dimenticare che a causa delle condizioni avverse de mare con onde superiori ai tre metri di altezza le avrebbero reso impossibile rimanere aggrappata così tanto a lungo alla camera d’aria da cui è stata tratta in salvo.
Resta dunque da capire cosa sia veramente successo nelle acque di Lampedusa alla bimba di 11 anni – con alcuni che ipotizzano che si sia trattato di un semplice e coerente caso di ‘confusione temporale’ – e se il presunto naufragio sia veramente avvenuto: domande a cui risponderanno nelle prossime ore gli inquirenti, capendo anche il perché della discrepanza nei racconti resi dalla piccola e – soprattutto – perché non si sia ancora riusciti a trovare nessun tipo di resto umano o navale del tragico naufragio.