Ha parlato del problema Lampedusa, isola che è al collasso in queste ore a causa dell’arrivo di migliaia di migranti, il ministro degli esteri Antonio Tajani, chiacchierando con il Corriere della Sera. “L’Italia, come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale. Non possiamo essere lasciati soli”. E ancora: “Io ho appena fatto convocare al ministero gli ambasciatori di Guinea e Costa d’Avorio, Paesi da cui partono centinaia di migranti irregolari per l’Italia, e ho chiesto che ci sia un criterio più rigido per frenare le partenze, per accettare i rimpatri. Per evitare che queste persone affamate e disperate arrivino in Tunisia e salpino poi verso le nostre coste. E ancora, sono in continuo contatto con i miei omologhi di Algeria e Tunisia, che assicurano collaborazione, ma anche loro da soli non ce la fanno. Il piano Ue per la Tunisia lo affronteremo già a New York: lunedì ci incontreremo noi ministri degli Esteri europei. Discuteremo di come le istituzioni europee devono collaborare unite, insieme, per attuare e implementare immediatamente il piano per la Tunisia”.



Che dire poi di Francia e Germania che hanno chiuso le loro frontiere: “Loro hanno un problema di immigrazione secondaria, noi di quella primaria, che necessita aiuti immediati e accoglienza. Sono gli stessi migranti che non vogliono restare qui ma andare appunto in Germania, a volte in Francia, o in Finlandia. Noi agiamo in due direzioni: siamo per la linea della fermezza, facciamo di tutto per fermare gli scafisti, sequestriamo le loro imbarcazioni, quando possiamo rimpatriamo i clandestini. E poi stiamo aumentando le quote per accogliere immigrati regolari, che sono altra cosa dagli irregolari. Sull’accoglienza cerchiamo di distribuire i migranti in maniera equa, perché la popolazione possa assorbire l’impatto. Ma ripeto, il problema è a monte. Se non si attua un vero piano per l’Africa non se ne esce”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LAMPEDUSA, DICHIARATO STATO DI EMERGENZA: 4.500 MIGRANTI SULL’ISOLA, TAJANI: “SITUAZIONE PUÒ PEGGIORARE”

Continua ad essere critica la situazione migranti a Lampedusa anche se fortunatamente nessun “poveretto” è sbarcato nella notte passata. In ogni caso il consiglio comunale ha proclamato lo stato di emergenza tenendo conto che al momento nell’hotspot della piccola isola siciliana vi sarebbero circa 4.500 migranti, mentre negli scorsi giorni gli sbarchi sono stati 7.000. Anche oggi sono previsti ulteriori trasferimenti, circa 2.000 persone dovrebbero lasciare l’isola di Lampedusa di cui 453 con la nave “Lampedusa” e che verranno trasferiti a Trapani, altri 480 con la Veronesi ad Augusta, quindi 700 con il traghetto Galaxy a Porto Empedocle e infine 300 con la nave militate Orione a Catania.



Sulla vicenda si è espresso il ministro degli esteri e vice presidente del consiglio, Antonio Tajani, che parlando ai microfoni del Corriere della Sera ha sottolineato che la situazione può “perfino peggiorare” e l’Italia “come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale. Non possiamo essere lasciati soli”.

LAMPEDUSA, DICHIARATO STATO DI EMERGENZA, TAJANI: “PRENDIAMO IL TORO PER LE CORNA”

Quindi ha aggiunto: “O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel”.

Tajani, sempre parlando dell’emergenza migranti a Lampedusa, ci tiene a sottolineare come l’Italia stia facendo ciò che è umanamente possibile, “I ministeri della Difesa, dell’Interno, il mio, sono al servizio e al lavoro per affrontare l’emergenza. Ma l’instabilità della regione sub-sahariana per la quale servirebbe una grande mobilitazione internazionale è drammatica, l’accoglienza dei migranti irregolari pesa tutta sulle nostre spalle. Sono costi enormi”.