Quella di oggi, 3 ottobre, è una data drammatica per l’Italia e in generale per il mondo intero: dieci anni fa si verificò infatti la tristemente nota strage dei migranti di Lampedusa. Il 3 ottobre del 2013, infatti, persero la vita nel Mar Mediterraneo ben 368 persone che stavano tentando di fuggire dall’Africa per approdare appunto nel Vecchio Continente. Come ricorda il sito di RaiNews, il 3 ottobre si è deciso di istituire la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, a ricordo proprio di quella tragedia avvenuta presso l’isole dei Conigli, a Lampedusa, e che coinvolse più di 350 migranti provenienti dall’Eritrea.



Le celebrazioni di questa giornata sono state istituite per legge nel 2016, e hanno l’obiettivo di ricordare i morti del naufragio ma anche i tanti migranti che ancora oggi attraversano il mar Mediterraneo, situazione quanto mai attuale alla luce delle migliaia di sbarchi che si sono verificate nelle ultime settimane in Italia.



STRAGE MIGRANTI LAMPEDUSA 3 OTTOBRE 2013, IL RICORDO DI MEDICI SENZA FRONTIERE

Per ricordare quell’evento, Medici senza frontiere ha diffuso una nota in cui si legge: “A dieci anni dalla tragedia di Lampedusa, il susseguirsi di naufragi e stragi in mare e le almeno 28.000 persone morte o disperse nelle acque del Mediterraneo dal 2014 sembrano non essere ancora sufficienti per convincere l’Unione Europea e il Governo italiano a un cambio di approccio.

Al contrario, il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 ha segnato l’inizio di una conta sempre più numerosa di morti in mare e di una serie di misure inefficaci e disumane a discapito di vite umane”. E ancora: “Dieci anni fa, 368 persone annegavano al largo di Lampedusa e pochi giorni dopo ne morivano altre 200, cambiando per sempre la storia del nostro mare. Evento che sembrò allora inaccettabile alle autorità italiane che, gridando ad alta voce ‘Mai più!’, avviarono l’operazione di ricerca e soccorso Mare Nostrum, durata poco più di un anno”.