Sciopero all’hotspot migranti di Lampedusa (Agrigento): andrà in scena il prossimo 15 marzo e coinvolgerà il personale che lavora presso il punto di accoglienza di Contrada Imbriacola. I rappresentanti sindacali della società “Badia Grande”, che gestisce l’hotspot, hanno annunciato lo sciopero al questore di Agrigento e alla commissione di garanzia. Nella nota Uiltucs si legge: “Il personale non può continuare a operare in situazioni di gravi inadempienze poste dalla società. Le condizioni lavorative dei professionisti e degli operatori non sono accettabili viste le condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a sottostare per la massiccia presenza di immigrati. Gli stessi professionisti e operatori non dispongono, nemmeno, di idonee attrezzature”.



Non si tratta, però, dell’unico nodo legato allo sciopero decretato all’hotspot di Lampedusa per il prossimo 15 marzo. Infatti, come viene riferito dai carabinieri presenti sull’isola, vi sono altre difficoltà con le quali ci si deve confrontare nel quotidiano.

SCIOPERO HOTSPOT MIGRANTI LAMPEDUSA, UNIARMA: “BASTA POCO PERCHÉ IL MALESSERE SFOCI IN RISSE”

In tal senso, riporta “La Verità”, è una sigla sindacale, Uniarma, a protestare contro lo status quo. Il segretario generale, Antonio Nicolosi, ha asserito: “Le condizioni umanitarie nell’hotspot di Lampedusa sono precarie sia per le migliaia di migranti che sbarcano sulle nostre coste, sia per gli operatori di pubblica sicurezza che lavorano in condizioni di disagio personale e assistenziale”.

Per poi aggiungere, in riferimento allo sciopero a Lampedusa: “La struttura non è più adeguata all’accoglienza e siamo al collasso del sistema. Si pensi che l’hotpost ha una capienza di poche centinaia di posti, mentre solo nell’ultimo week-end sono giunte almeno 3.200 persone, perlopiù pressate durante i controlli di identificazione, per cui mancano servizi igienici dignitosi e bisognose di cure mediche. Basta poco perché il malessere sfoci in risse, una situazione in cui anche noi carabinieri abbiamo bisogno di aiuto. Siamo in pochi e con turni di lavoro sfiancanti”.