Lance Armstrong si racconta a “Quelli della Luna“, il nuovo programma condotto da Giampiero Mughini su Retequattro. L’ex ciclista recentemente ha rilasciato una lunga intervista a NBC Sports in cui è tornato a parlare del doping e della sua carriera rilasciando alcune dichiarazioni destinate a far discutere. “Il doping è stato un errore, ma non cambierei nulla nella mia carriera” ha detto l’ex campione che parlando dei suoi risultati ha sottolineato: “sono orgoglioso di quello che io e le squadre nelle quali ho militato abbiamo fatto per vincere il Tour de France, dal punto di vista della preparazione, dell’alimentazione, dei materiali, della tattica”. Non solo, senza girarci troppo intorno Lance ha detto: “se tutti fossimo stati puliti, avremmo vinto lo stesso tanti Tour de France”.



Lance Armstrong: “questa storia del doping non può essere cancellata”

Una carriera straordinaria quella di Lance Armstrong macchiata da un’inchiesta che ha portato alla luce utilizzo di sostanze dopanti. In seguito a un’inchiesta condotta dall’United States Anti-Doping Agency , il campione texano si è visto revocare tutti i titoli del Tour de France a causa delle accuse di doping. “In quegl’anni abbiamo lavorato più duramente di altri – ha dichiarato l’ex corridore a NBC Sports  – abbiamo scelto le migliori tattiche, costruito la migliore delle squadre possibili, scelto il miglior manager, le migliori attrezzature, la migliore tecnologia: questa è storia e non può essere cancellata”. Non solo, Armstrong ha precisato che era consapevole delle sue azioni e delle conseguenze: “sapevo a cosa andavo incontro”.



Lance Armstrong: “nel 1991 assunsi del cortisone”

Durante la lunga intervista alla NBC Sports, Lance Armstrong ha ricostruito l’intera vicenda ripercorrendo i primi anni del doping. “Era il 1991, forse in Italia, volevo vincere una corsa a tappe in Italia, non so nemmeno se erano prodotti vietati, certamente non erano rilevabili: se non ricordo male era cortisone” ricorda l’ex campione che assunse volontariamente per la prima volta una sostanza vietata nel 1993. In quello stesso anno trionfa al Mondiale su strada di Oslo. Armstrong si prende però le sue colpe, nessuno l’ha obbligato a una tale scelta: “io ho deciso di fare quello che ho fatto. Gareggiando in Europa, sapevo che non sarebbero bastati i pugni, ma sarebbero serviti i coltelli. Poi, sono apparse le pistole: a quel punto sono andato in un negozio di armi. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare per vincere: non era legale, non era la decisione migliore, ma non cambierei nulla”.

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