L’approvazione del vaccino a vettore virale di CanSino Biologics prima della pubblicazione dei risultati della sperimentazione di fase 3 è stata provvidenziale, ma al tempo stesso un grande rischio per quei paesi che hanno usato tale prodotto per la campagna vaccinale. Ciò è la prova delle conseguenze devastanti che può avere l’iniquità di accesso al vaccino. Lo evidenzia Isaac Nunez dell’Istituto nazionale di Scienze mediche e Nutrizione “Salvator Zubiran”, in Messico.



I dati clinici finali di fase 3 del vaccino a vettore adenovirus tipo 5 di CanSino Biologics mostrano che Ad5-nCoV (questo il nome del vaccino) è efficace. D’altra parte, l’approvazione di emergenza è stata concessa in 10 paesi prima che fossero disponibili dati più solidi sull’efficacia, mentre altri vaccini erano stati già approvati. “Se i risultati della sperimentazione fossero stati sfavorevoli, milioni di persone sarebbero state vaccinate e avrebbero avuto un falso senso di protezione”, questo il grande rischio messo in evidenza da Isaac Nunez, la cui analisi è stata pubblicata su The Lancet.



LA PROVA DELL’INIQUITA’ DI ACCESSO AI VACCINI

Se quindi il vaccino di CanSino Biologics si fosse poi rivelato inefficace, con tutte le conseguenze del caso (in primis in termini di contagio), “la decisione di approvarlo per l’uso di emergenza sarebbe stato imperdonabile, visto che all’epoca esistevano altri vaccini approvati”. D’altra parte, quei vaccini, seppur approvati, non erano concretamente disponibili. Non solo per una questione di forniture, ma anche per una questione di prezzi, che di fatto rendevano i vaccini a mRna inaccessibili per i paesi a medio-basso reddito. “L’autorizzazione del vaccino non provato all’epoca, una decisione già criticabile, è stata la conseguenza della pandemia COVID-19 (e dei governi) che ha aggravato le disuguaglianze sanitarie già esistenti tra i paesi e all’interno dei paesi”.



La questione non era, dunque, quale vaccino comprare, ma quale fosse accessibile, in termini di disponibilità e di prezzo. Così verso la fine del 2021 paesi a basso reddito e alcuni a medio reddito avevano tassi di vaccinazione molto bassi, mentre quelli ad alto reddito procedevano con la terza e quarta dose. “L’approvazione e l’acquisto di vaccini senza i risultati della fase 3 è un sintomo di iniquità nell’accesso ai vaccini, che ha lo sfortunato potenziale di aumentare questo problema”, la conclusione dell’esperto.