Un report della Commissione istituita dalla rivista scientifica The Lancet denuncia la mancanza di trasparenza e collaborazione tra gli Stati, anche sull’origine del Covid, oltre che troppa disinformazione. «Troppi governi non hanno rispettato le norme basilari di razionalità e trasparenza istituzionale», è scritto nel documento a cui hanno contribuito 11 task force globali e oltre cento collaboratori. «Le maggiori potenze mondiali non hanno collaborato per controllare la pandemia». Nel rapporto si evidenzia cosa non ha funzionato e gli esperti non potevano non partire dalla mancanza di una notifica tempestiva del focolaio iniziale di Covid. A ciò si aggiungono i ritardi nel riconoscere la via di esposizione aerea di Sars-CoV-2, quindi nell’attuazione di misure appropriate a livello nazionale e globale per contenere la diffusione del Covid. Poteva senza dubbio aiutare un coordinamento tra i Paesi, che però è mancato. Lancet però mette i governi spalle al muro, evidenziando la loro incapacità nell’esaminare da altri Paesi le prove, adottare le migliori misure per controllare la pandemia e gestire le ricadute economiche e sociali.



Nel mirino del report Lancet anche i pochi finanziamenti globali per i Paesi a basso e medio reddito, quindi anche l’incapacità di fornire adeguatamente dispositivi di protezione, farmaci e vaccini. Oltre a denunciare l’incapacità nella lotta contro le fake news e la mancanza di reti di sicurezza globali e nazionali per la protezione delle popolazioni vulnerabili. Ma ecco la nota dolente: nel mirino l’assenza di «dati tempestivi, accurati e sistematici su infezioni, decessi, varianti virali, risposte del sistema sanitario e conseguenze sanitarie indirette» e «la scarsa applicazione di livelli adeguati di norme di biosicurezza nel periodo precedente la pandemia, che ha aumentato la possibilità di un’epidemia legata ai laboratori».



REPORT LANCET: FAKE NEWS E IPOTESI ORIGINE COVID

Nel mirino, come evidenziato da Quotidiano Sanità, anche l’Italia. Il documento evidenzia come insieme ad altri governi europei non abbia mirato a sopprimere la pandemia Covid, ma solo a rallentare la trasmissione del coronavirus, anche per questioni economiche. D’altra parte, l’Europa si è distinta per la campagna di vaccinazione, che ha contribuito a limitare il numero di casi gravi e morti nelle ondate che sono seguite. Per quanto riguarda la disinformazione, nel mirino finiscono i leader politici che hanno diffuso informazioni errate. «Alcuni media hanno erroneamente promosso trattamenti pericolosi o sperimentali, come l’idrossiclorochina e l’ivermectina, causando visite inutili ai dipartimenti di emergenza degli ospedali e la carenza di tali farmaci per le persone con esigenze legittime». Lancet, oltre a riaprire la “questione cinese” in relazione alla trasparenza di Pechino, attacca indirettamente anche l’Oms, evidenziando le «debolezze del sistema multilaterale basato sulle Nazioni Unite». Per quanto riguarda l’origine di Sars-CoV-2, viene riaffermata la necessità di capire in modo «indipendente, trasparente e rigoroso» se il virus si sia trasmesso all’uomo in seguito a salto di specie in modo naturale e non correlato alla ricerca o forse per manipolazioni, effettuate in laboratori di Wuhan di cui gli States sarebbero stati a conoscenza. Infatti, al momento della pubblicazione del report tutte e tre le ipotesi sono plausibili: infezione sul campo, con virus naturale in laboratorio e con virus manipolato in laboratorio.



ORIGINE COVID, LE OMBRE SU CINA E STATI UNITI

«I quaderni di laboratorio, i database, le e-mail e i campioni delle istituzioni coinvolte in queste ricerche non sono stati messi a disposizione di ricercatori indipendenti. I ricercatori indipendenti non hanno ancora indagato sui laboratori statunitensi impegnati nella manipolazione di laboratorio dei virus simili al SARS-CoV, né hanno indagato sui dettagli della ricerca di laboratorio in corso a Wuhan». Anche gli Stati Uniti nel mirino, oltre alla Cina. «Il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti ha resistito a divulgare i dettagli della ricerca sui virus correlati alla SARS-CoV che stava sostenendo, fornendo informazioni ampiamente ridimensionate solo come richiesto dalle cause per il Freedom of Information Act. In breve, ci sono molte potenziali origini prossimali del SARS-CoV-2, ma c’è ancora una carenza di lavoro indipendente, scientifico e collaborativo su questo tema». Non si è fatta attendere la replica dell’Oms, che oltre ad accogliere gli spunti del report di The Lancet, ha denunciato la presenza nel documento di «diverse omissioni e interpretazioni errate, non da ultimo per quanto riguarda l’emergenza sanitaria di portata internazionale e la velocità e la portata delle azioni dell’Oms». Quindi, ha respinto alcune accuse, come il mancato alert tempestivo sulla pandemia.