Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, ha parlato in un’intervista ad Avvenire del fenomeno sempre più diffuso della violenza tra i giovani. L’ultimo episodio balzato alla cronaca è quello di un sedicenne che ha accoltellato al volto la ex fidanzatina di 12 anni perché non accettava la fine della loro relazione. “C’è una trama affettiva negli ultimi anni che si traduce in una fragilità molto forte dei nostri ragazzi. Una fragilità che assume forme espressive e caratteristiche diverse, con variabili di cui tenere conto, tra quella culturale a quella sociale”, ha sottolineato l’esperto.



Le manifestazioni di questo problema sociale sono numerose. “Questa fragilità si esprime sia verso gli altri, sia verso se stessi. Il suicidio è la seconda causa di morte per i giovani. Quindi è soprattutto il corpo il megafono che esprime questo disagio. Esistono ragazzi che lo manifestano attaccando l’altro (ad esempio con le risse), altri che indirizzano questa violenza verso se stessi”.



Lancini: “Fragilità emotiva fonte di violenza”. Qual è la soluzione?

Matteo Lancini, nell’intervista ad Avvenire, ha provato anche a interrogarsi sulle possibili soluzioni alla fragilità emotiva che è fonte di violenza tra i più giovani. “Dobbiamo tornare ad educare al fallimento. Tornare a spiegare ai ragazzi che gli inciampi fanno parte della vita e che in amore la fine di una relazione non è la fine di tutto, ma può essere gestita, compresa e accompagnata”, ha sottolineato il docente della Facoltà di Scienze della della Cattolica di Milano.

Il percorso in questione non può essere fatto da soli. I ragazzi hanno bisogno di avere gli adulti al loro fianco. Anche se spesso sono loro i primi a sbagliare. “Abbiamo costruito una cultura in cui il successo, il denaro, la popolarità contano più di tutto. Ne siamo tutti contagiati”. Da qui il consiglio: “Torniamo ad ascoltare i nostri figli, a comprendere il loro disagio, a mettere in discussione il modello di identificazione che ogni giorno proponiamo loro. Pensiamoci. O sarà troppo tardi”