Abituati allo scontro tra sindacati e governo, stavolta a sorpresa registriamo quello tra Maurizio Landini, segretario della Cgil, e Carlo Calenda, leader di Azione. Tutto è partito dalle dichiarazioni del primo, a margine della conferenza “Salute e welfare creano il futuro” che si è tenuta a Roma. «In un Paese che ha un livello di diseguaglianze come il nostro trovo che sia sbagliato introdurre, quando parliamo di istruzione, di conoscenza, la parola merito». Il riferimento è alla scelta del premier Giorgia Meloni di cambiare la denominazione del ministero dell’Istruzione in ministero dell’Istruzione e del Merito.



«Rischia di essere uno schiaffo in faccia a tutti quelli che possono avere tantissimi meriti ma che partono da una condizione di diseguaglianza assoluta», ha aggiunto Maurizio Landini. A rispondergli non è stato un esponente del centrodestra per difendere la scelta del nuovo presidente del Consiglio, ma uno dell’opposizione, Carlo Calenda, il quale si è detto d’accordo riguardo questa novità, spiegando le sue ragioni.



CALENDA E CANGINI VS LANDINI “FUORI DAL TEMPO”

«Il merito è l’unico antidoto a una società classista o a una società appiattita sull’ignoranza», ha scritto Carlo Calenda su Twitter. Il leader di Azione, che si è presentato alle elezioni politiche con Italia Viva di Matteo Renzi dando vita al Terzo Polo, ha spiegato che «come realizzare il merito in modo giusto è un dibattito difficile e interessante, rifiutarne il principio è assurdo e antistorico». Quindi, Calenda si è scagliato direttamente contro Maurizio Landini: «Questa presa di posizione di Landini è incredibile. In nessun paese del mondo il segretario del principale sindacato si dichiarerebbe contro il merito come principio». Poi ha aggiunto: «Questa posizione ideologica spiega perché la CGIL è stata spesso negli ultimi anni un freno alla modernizzazione del paese. Spero che CISL e UIL prendano le distanze». Ma non è stato l’unico a replicare. Lo ha fatto anche l’ex Forza Italia, Andrea Cangini: «Vedremo se il ministro dell’Istruzione Valditara riuscirà a trasformare in pratica l’enunciazione del “merito” come parametro nella valutazione degli insegnanti. Certo è che la levata di scudi della Cgil di Landini appare fuori dal tempo e da ogni buonsenso».

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