Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, è tornato a parlare dello sciopero proclamato dalla sua sigla sindacale in accordo con Uil per la giornata di domani, pesante indebolito dalla precettazione voluta dal ministro Salvini per i trasporti. Un atto che il segretario definisce “grave, un attacco al diritto di sciopero che non ha precedenti nell’Italia democratica”, ma che altro non è che “un motivo in più per confermare lo sciopero”.



“Vedo il tentativo reiterato di questo governo”, spiega ancora Landini sulla precettazione, “di delegittimare i sindacati, rifiutando il confronto. Noi scioperiamo anche per le promesse fatte da Salvini e mai realizzate: dalle pensioni all’aumento dei salari”. Similmente, sempre sulla precettazione, “le motivazioni usate da Salvini non hanno nulla a che fare con la legge 146 del 1990. Si cita il ‘trend positivo del turismo’, il traffico e ‘le emissioni ambientali'”, che secondo Landini sono uno specchio della volontà “di usare lo strumento della precettazione per limitare qualsiasi proclamazione di sciopero. Una logica autoritaria e antidemocratica“.



Landini: “Autonomia e premierato aumentano divisioni e diseguaglianze”

La mobilitazione, sulla quale né Landini, né il collega di Uil Bombardieri sono disposti a scendere a patti, sarà “articolata sui territori, con 60 manifestazioni, per allargare la partecipazione e stare in campo tutto il mese di novembre. Proprio per limitare il disagio ai cittadini”, contesta ancora il segretario della Cgil riferendosi alle parole usare da Salvini per la precettazioni, “abbiamo proclamato lo sciopero dei servizi pubblici solo per domani”.

L’obiettivo di Landini, ora, è quello di registrare “una grande partecipazione” allo sciopero, con il quale Cgil e Uil puntano a “cambiare la manovra“. In futuro, poi, “valuteremo tutti gli strumenti per conquistare vere riforme su fisco, pensioni, scuola, sanità, precariato, sicurezza sul lavoro, salari, rinnovo dei contratti. Siamo convinti di rappresentare la maggioranza di questo paese e andremo avanti”. Lo sciopero, però, per Landini è anche uno strumento per “indicare un altro paese possibile, un altro modello di sviluppo”, che prescinde “dal progetto dell’autonomia differenziata e del premierato che ridimensiona il ruolo del Parlamento e del presidente della Repubblica”, con l’esito di aumentare “le divisioni e le diseguaglianze sociali”.