Il lavoro in Italia è povero e precario a causa di leggi prodotte da logiche sbagliate. Si spiega così per Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, l’esodo di 120mila giovani, andati all’estero perché sfruttati e sottopagati in Italia. “Noi stiamo chiedendo di cambiare le leggi precarizzanti fatte da tutti i governi”, spiega Landini nell’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. La precarietà e lo sfruttamento si combattono anche con la contrattazione collettiva, “rivendicando la stabilizzazione dei rapporti di lavoro”. Landini si spinge anche oltre. “Se governo e Parlamento non intervengono, siamo pronti nei prossimi mesi a prendere in considerazione anche uno strumento che i cittadini hanno: quello di fare un referendum per abrogare quelle leggi folli, compreso, evidentemente, il Jobs Act”.
Landini smentisce poi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo cui ci sono poche risorse. “Servono scelte chiare e diverse da quelle che sta facendo questo governo”. Il riferimento del leader Cgil è al Pnrr, ai fondi comunitari e a quello di sviluppo e coesione, decisivi per affrontare nodi strutturali. “Ma il governo oggi sta perdendo una parte consistente di queste risorse e non si capisce come le vuole utilizzare. Inoltre, sta tagliando progetti fondamentali in materia di infrastrutture, servizi sociali e formativi a danno del Sud”.
LANDINI SU EVASIONE FISCALE, RENDITE E SALARIO MINIMO
Per Maurizio Landini le risorse vanno prese combattendo l’evasione fiscale. “Si deve dire basta ai condoni e ai concordati preventivi”, avverte il leader Cgil al Quotidiano Nazionale. Questo è il momento di “tassare la rendita finanziaria e le rendite immobiliari”. Per quanto riguarda la tassazione degli extra-profitti delle banche, Landini parla di spot elettorali. Serve, invece, un ragionamento generale su tutti i profitti ed extra-profitti. “La delega approvata non va nella direzione giusta” per Landini. Le emergenze non mancano: sanità, formazione e istruzione, salari e precarietà del lavoro. Si arriva così al salario minimo, per il quale il governo ha chiesto al Cnel di istruire il dossier. “È un errore scaricare responsabilità politiche sul Cnel”.
Per Landini è il governo che “si deve assumere le sue responsabilità, convocando le parti sociali più rappresentative”. La posizione della Cgil è precisa: bisogna lavorare ad una “legge sulla rappresentanza” per riuscire a “cancellare i contratti pirata” e dare ai lavoratori il diritto “di votare gli accordi che li riguardano”. Di sicuro è arrivato il momento per Landini di introdurre un salario orario minimo “che valga per tutti i contratti come soglia sotto la quale nessuno può essere retribuito”.
“SALARIO MINIMO, PERCHÉ POSIZIONE CGIL È CAMBIATA”
La posizione della Cgil è cambiata, dunque, sul salario minimo, visto che prima veniva osteggiato in quanto si temeva che venisse indebolita la contrattazione. “La situazione è cambiata: oggi ci sono i contratti pirata, quelli scaduti e non rinnovati da anni o con paghe basse, le regole su appalti e sub-appalti”. Tutto ciò mette a rischio la contrattazione secondo Maurizio Landini. Quindi, ora “il salario minimo rafforza la contrattazione”. Inoltre, vanno aumentati in maniera strutturale i salari, così come va reso strutturale il taglio del cuneo contributivo.
Inoltre, bisogna rivalutare in automatico il valore delle detrazioni di salari e pensioni, rinnovare i contratti nazionali scaduti, “concentrando la detassazione sugli aumenti del contratto nazionale”. Ma c’è un altro nodo importante da sciogliere ed è quello della precarietà, una delle cause principali del lavoro povero. “Negli ultimi venti anni tutti i governi non hanno fatto altro che ampliare la precarietà a un livello non più accettabile”. Il governo Meloni non sta cambiando rotta secondo Landini.