Un thriller soprannaturale con tinte di horror. Così possiamo definire L’angelo dei muri, ultima fatica di Lorenzo Bianchini. Presentato in anteprima al Festival di Torino nella sezione Le stanze di Rol, rientra nell’elenco delle opere più interessanti del panorama italiano degli ultimi anni per una serie di motivi. Passato in sala con Tucker Film, il lungometraggio è ora disponibile in Dvd ed. CG/Tucker e On Demand
SINOSSI – Trieste. La quotidianità regolare e solitaria di Pietro viene interrotta da un’ordinanza di sfratto dal suo vecchio appartamento. L’anziano non vuole andarsene e mette a punto una strategia per continuare a vivere segretamente dentro casa: un muro in fondo al lungo corridoio dell’appartamento, un vero e proprio nascondiglio verticale dietro cui sparire. Un giorno, però, una madre disperata arriva a stravolgere i suoi piani.
L’angelo dei muri racconta la storia di una persona anziana incapace di fare i conti con le conseguenze delle tragedie che hanno segnato la sua esistenza. Ripercussioni psicologiche che si riflettono sulla sua condizione emotiva, in costante bilico tra nostalgia e colpa. Bianchini lavora sul gioco di immedesimazione tra pubblico e protagonista, gli occhi di Richard diventeranno quelli dello spettatore, che scopre insieme a lui gli spazi, corridoi e fantasmi. Come il protagonista, anche lo spettatore avrà la sensazione di restare intrappolato in quell’appartamento. L’angelo dei muri può vantare grandi intuizioni dal punto di vista visivo – il direttore della fotografia è Peter Zeitlinger, già collaboratore di Werner Herzog – ma è impossibile non citare la straordinaria interpretazione di Pierre Richard, perfetto in un personaggio molto scomodo.
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