Da sempre ci si interroga sull’esistenza dell’anima, che significa anche credere in una vita dopo la morte. Per i credenti si tratta di motivazioni spirituali che danno consistenza a questo credo, per i non credenti non esiste anima né vita dopo la morte. La questione ha sempre interessato anche la scienza. Tempo fa, si era arrivati a calcolare la differenza tra il peso di un corpo prima e dopo la morte: la differenza, in meno, sarebbe stata quella relativa all’anima che lascia il corpo del deceduto. Adesso un neuroscienziato americano, riporta il sito aleteia.com vuole dimostrare che l’anima non è solo una teoria  ipotetico, ma piuttosto un concetto scientifico. Si tratta del dottor Michael Pherguson che con il suo team di collaboratori stava lavorando allo studio della decomposizione architettonica degli schemi funzionali del cervello umano quando rimase colpito dalla correlazione tra i dati ottenuti e quanto il filosofo Aristotele aveva detto secoli fa. Aristotele identifica le facoltà sensoriali nell’anima umana dando origine alla memoria e all’immaginazione, che danno origine a facoltà intellettive, che a loro volta esercitano il controllo dall’alto verso il basso sulle facoltà conoscitive. Le precise correlazioni uno-a-uno tra il nostro insieme di componenti della capacità di connettere e l’insieme delle facoltà dell’anima di Aristotele mi hanno colpito come un fulmine” ha detto.



SENSO RELIGIOSO E COSCIENZA UMANA

“Il modello filosofico di un asse funzionale da sensibile a immaginativo a funzionale intellettivo è esattamente quello che avevamo visto nella nostra soluzione neurobiologica di reti sensoriali primarie, rete in modalità predefinita e configurazioni di rete di intelligenza” ha aggiunto”. Per fare una discussione formale sull’esistenza dell’anima, Ferguson ha riunito un gruppo di educatori e ricercatori nei campi della medicina, della neuroscienza, della filosofia e dell’arte. Presenteranno le loro scoperte a un convegno pubblico al The Joseph B. Martin Conference Center presso la Harvard Medical School il 3 agosto 2019.  “La mia ipotesi è che i principi del realismo trascendentale – bellezza, giustizia, verità, bontà, quello che molti definiscono senso religioso appartenente a tutti gli uomini di tutte le epoche – non sono semplicemente spuma di mare che galleggia in cima alll’oceano, ma sono in realtà fonti della gravità lunare, per così dire, che causano le onde e le maree stesse. Se questo è davvero il caso, cioè che i principi trascendentali esercitano una sorta di gravità evolutiva che si esprime nella forma e nella funzione della nostra neurofisiologia umana, allora l’organismo umano può essere giustamente identificato come una specie spiritualmente istruita.”

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