Lara Comi non ci sta: “stupita dalla condanna, lotterò per la mia innocenza”
Lara Comi non ci sta e dopo la sentenza di condanna ribadisce la sua completa innocenza nel caso “Mensa dei poveri” per cui è stata condannata a ben 4 anni e 2 mesi di reclusione: «sono stupita della sentenza di condanna. Tutti gli elementi emersi nel corso del dibattimento militavano per una pronuncia assolutoria», afferma l’eurodeputata di Forza Italia-PPE in una nota pubblica. «L’accusa di corruzione del direttore generale di Afol si fonda su dichiarazioni rese dall’avv. Bergamaschi in corso di istruttoria, confutate da riscontri oggettivi: le conversazioni WhatsApp rinvenute sul suo telefono che smentiscono quanto dichiarato», sottolinea la difesa di Lara Comi. Inoltre la stessa avvocatessa in dibattimento ha dichiarato espressamente di non avere mai avuto richieste dall’on. Comi di riconoscimento di somme al direttore generale di Afol, e per questo aggiunge l’eurodeputata «scagionandomi dalle accuse mosse».
Per la truffa che sarebbe stata perpetrata con l’aumento di stipendio riconosciuto ad Aliverti, addetto stampa, afferma Lara Comi, «sono stati prodotti tutti i documenti attestanti le maggiori attività da questi svolte che conclamano la differente maggiore attività che legittimava tale aumento retributivo. Tale documentazione è stata analizzata da una società multinazionale della comunicazione che ha avallato con una consulenza tecnica la legittimità e congruità di quanto è stato corrisposto ad Aliverti». Per la truffa invece perpetrata con gli emolumenti riconosciuti al collaboratore Saia, sia la G.d.F. che Banca d’Italia «hanno accertato che le somme percepite da detto collaboratore non sono mai state riversate in alcun modo all’onorevole Comi, come peraltro lo stesso Saia ha dichiarato al dibattimento». E’ quindi evidente, conclude l’esponente di FI e PPE, «che impugneremo una sentenza che ribadisco ritengo ingiusta e lotterò in ogni sede per dimostrare la mia innocenza».
“Mensa dei poveri”, condannata Lara Comi a 4 anni e 2 mesi
L’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi è stata condannata a 4 anni e 2 mesi. La lettura della sentenza è avvenuta Milano nell’ambito del maxi processo per il caso “Mensa dei poveri”, con oltre 60 persone sul banco degli imputati. A leggere la sentenza è stata la sesta sezione penale, presieduta da Paolo Guidi. La politica, nel novembre 2019, era finita agli arresti domiciliari, in seguito revocati, con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa ai danni dell’Europarlamento.
Assolti, nell’ambito del processo, il coordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, insieme ad un’altra cinquantina di imputati: per loro, secondo le indagini, il fatto non sussiste. Tra gli assolti anche l’ex patron dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni, e la società stessa. Nel processo milanese “Mensa dei poveri” è stata invece condannata a 4 anni e due mesi Lara Comi. Un anno e un mese anche all’ex deputato di Forza Italia, Diego Sottani.
Lara Comi: “Continuerò a difendermi”
“È una sentenza che lascia perplessi, è incomprensibile aspettiamo di leggere le motivazioni” ha commentato in Aula il difensore Gian Piero Biancolella. “Non commento, parlerò a tempo debito, continuerò a difendermi” ha invece replicato Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia. La Procura di Milano aveva ridotto la richiesta di condanna da cinque anni e mezzo a 4 anni e 2 mesi per la derubricazione del reato di corruzione contestato ai tre imputati. Invece l’aggravante di aver commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale va riqualificata in incaricato di pubblico servizio. I giudici hanno inoltre disposto l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per 5 anni, confiscandole la somma di 28.700 euro.
La condanna più pesante è quella per Daniele Alfonso, imprenditore al quale sono stati dati sei anni e 6 mesi. Un anno e 1 mese per l’ex deputato azzurro Diego Sozzani, 1 anno e 4 mesi invece per il giornalista Andrea Aliverti,accusato nell’ambito dell’inchiesta del presunto “sistema” di mazzette e finanziamenti illeciti in Lombardia, con al centro l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello. Condannato anche Giuseppe Zingale, ex dg di Afol Metropolitana, a 2 anni, Maria Teresa Bergamaschi, legale civilista ligure e amica di Comi, a 6 mesi e Carmine Gorrasi, ex consigliere comunale di Busto Arsizio (Varese) ed ex segretario provinciale di Forza Italia, a 2 anni e Giuseppe Ferrari a 2 anni e mezzo di reclusione.