Ha chiesto di tornare subito in libertà non avendo mai commesso alcun reato: questa è la richiesta avanzata da Lara Comi e dai suoi avvocati oggi al Tribunale del Riesame di Milano, per effetto degli arresti domiciliari che tengono in misura cautelare l’ex eurodeputata di Forza Italia, accusata di corruzione all’interno della maxi inchiesta “mensa dei poveri” che mette al centro il presunto sistema di tangenti, appalti pilotati e nomine in Lombardia. Accompagnata dall’avvocato Gian Piero Biancolella, la forzista ha chiesto ufficialmente la revoca degli arresti dopo il “blitz” dello scorso 14 novembre che l’ha posta ai domiciliari dopo le indagini scattate prima delle Elezioni Europee (che infatti le avevano fatto propendere per il ritiro dal seggio conquistato proprio per potersi meglio difendere davanti ai giudici, ndr). Il collegio del Riesame si riserverà e deciderà nei prossimi giorni se confermare l’ordinanza o rimettere l’ex parlamentare europeo in libertà; la difesa di Lara Comi oltre che al Tribunale del Riesame ha depositato in Procura di Milano una richiesta di confronto con Nino Caianiello, considerato il “burattinaio” dell’intero sistema di presunte tangenti.
LARA COMI, LE RICHIESTE DELLA DIFESA AL TRIBUNALE DEL RIESAME
I legali della Comi hanno però richiesto un confronto legale anche con Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e collaboratrice di Comi, e il giornalista ed ex addetto stampa Andrea Aliverti: entrambi, come Caianiello, sono protagoniste delle imputazioni contestate a Lara Comi e con le loro dichiarazioni hanno portato i pm di Milano alla decisione di porre in arresti domiciliari l’ex parlamentare Ue. Il 18 novembre Comi si era difesa per oltre cinque ore nell’interrogatorio davanti al gip Raffaella Mascarino, assistita dall’avvocato Gian Piero Biancolella; lo stesso legale, dopo l’intervento di oggi in Tribunale, ha spiegato a Fanpage l’impianto della difesa processuale, «Ho sostenuto che non esistono motivi per cui venga confermata l’ordinanza di custodia, sia perché mancano i gravi indizi di colpevolezza sia perché non ci sono le condizioni per ritenere che Lara Comi possa reiterare i reati e quindi io ho chiesto al revoca dell’ordinanza». Secondo Comi e avvocati, gli accusatori della parlamentare non sono pienamente credibili: «Abbiamo dimostrato che le dichiarazioni rese sono contraddittorie e non credibili e questa è la ragione per cui avevamo chiesto il confronto con queste persone, purtroppo l’istanza non è stata accolta».