In Argentina riapriranno le miniere di rame, materiale sempre più richiesto dall’industria e diventato raro tanto da essere chiamato “oro rosso“. L’annuncio è stato dato dal presidente Alberto Fernández, che ha dichiarato di voler arrivare ad estrarre fino a 790mila tonnellate l’anno, ed arrivare all’obiettivo entro il 2033. Questo, come riporta il quotidiano ItaliaOggi, rappresenta una speranza per il paese, nel tentativo di risollevare un’economia sofferente tra inflazione da record al 104%,  e prezzo del dollaro alle stelle, una situazione definitivamente crollata per mancata ripresa già a partire dalla grande crisi del 2000.



Se l’impresa riuscirà, l’Argentina potrebbe diventare il secondo produttore al mondo di rame dopo il Cile, posizionandosi in competizione con altri paesi esportatori di questo tipo di metallo come lo Zambia e l’Australia e il Perù.  Ora che i processi di elettrificazione sono in aumento, di conseguenza saliranno le richieste globali,  e per il futuro si prevede anche un prezzo più alto per la materia prima. Il ministro delle miniere Carlos Astudillo ha già dichiarato che “Il potenziale è immenso“, e l’investimento per il progetto sarà di circa 20 miliardi di euro.



L’Argentina cerca di risollevare l’economia riaprendo le miniere di rame

In Argentina le miniere di rame hanno smesso di funzionare nel 2018. Ora però, grazie al nuovo progetto del governo saranno riaperte all’estrazione del prezioso metallo che costituisce uno tra i principali materiali richiesti dalle industrie dopo le procedure di elettrificazione che vari paesi stanno imponendo per il settore dei trasporti e non solo. Un rapporto statale ha dimostrato che ci sono ancora riserve per un totale di almeno 65milioni di tonnellate.

Di conseguenza, in vista del grande “boom mondiale” di veicoli elettrici, molte aziende hanno iniziato a guardare con interesse le nuove miniere in Argentina. Compresa la franco-italiana Stellantis che ha  già investito 140milioni di euro nel deposito di Los Azules, nei pressi della città di San Juan,  principale sito minerario nel quale partirà il piano di riapertura,  sostenuto dall’appoggio politico, regionale e governativo.