Dopo un 2020 che, in piena controtendenza rispetto all’andamento economico complessivo, ha regalato crescite inattese, il 2021 non lascia presagire buone notizie per il Largo Consumo Confezionato, sigla con cui si identifica tutto quel larghissimo mondo composto da alimenti in scatola o prodotti per la cura della casa e della persona venduti nei supermercati. Stando alle previsioni rese note dall’istituto di ricerche di mercato IRI, gli scontrini registreranno un calo del -3,1%, mentre per le quantità di merci vendute è attesa una flessione del -2,6%.
Le ragioni della contrazione
A determinare il trend negativo – spiega IRI – concorrono più fattori. In primo luogo, occorre considerare il clima generale che si vivrà nel Paese. E qui le previsioni dell’istituto di ricerca lasciano poco spazio all’ottimismo: nonostante la tendenza al miglioramento dell’indice di fiducia delle famiglie – osserva IRI -, gli effetti negativi prodotti da una crisi economica che ormai sembra destinata a protrarsi più a lungo – è prevedibile un primo ripiegamento solo nei mesi primaverili in coincidenza con l’accelerazione della fase di vaccinazioni di massa -, prospettano il permanere di condizioni di diffuso disagio economico e di ampi divari fra le classi sociali. E questo necessariamente si riverbererà anche sugli scaffali delle insegne distributive: la crisi del reddito – osserva IRI -, unita all’inasprimento della competizione fra aziende direttamente concorrenti e attive negli stessi segmenti produttivi, manterrà centrale la gestione del prezzo: l’istituto di ricerca non si attende dunque né un atteggiamento inflazionistico da parte del mercato – i prezzi medi dovrebbero ridursi dello -0,5% -, né una contrazione delle attività di promozioni. E questo vale a dire che le famose offerte 3×2 dovrebbero continuare a campeggiare fra le corsie dei supermercati.
Occorre poi non dimenticare che per il Largo Consumo quello appena iniziato sarà l’anno delle “controcifre”: i trend registrati nel 2021 – avverte IRI – sconteranno infatti il confronto con i periodi di forte discontinuità rilevati nel 2020. A partire da marzo, in particolare, il raffronto avverrà con mesi che lo scorso anno sono stati caratterizzati da un forte rialzo. L’andamento delle vendite – prevede IRI – entrerà così probabilmente in terreno negativo.
Il maggiore calo è previsto per il secondo semestre, quando cioè si faranno sentire con più vigore due tendenze concomitanti. La prima riguarda la ripresa dei consumi fuori casa – ovvero quella attratta da bar e ristoranti – che, in coincidenza con l’auspicato esaurirsi dell’epidemia, eroderà una parte delle vendite alla distribuzione organizzata. La seconda rimanda invece alle difficoltà di reddito delle famiglie: la ripresa infatti sarà lenta e potrebbe manifestarsi con maggiore forza solo a partire dalla seconda metà del 2022.
La buona notizia è però che il rimbalzo negativo impatterà sul comparto alimentare in misura minore rispetto ad altri settori, come per esempio i reparti chimici, per cui ci si attende una contrazione del giro d’affari del 4,6%: le vendite delle Bevande limiteranno la flessione a quota -2%, quelle della Drogheria Alimentare sconteranno un calo del -2,8%.
Fonte: IRI Liquid Data®. Reparti del Largo Consumo Confezionato. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Specialisti Casa e Persona, Discount. Previsioni IRI aggiornate il 18 febbraio 2021.
Gli elementi positivi
A favore dei prodotti confezionati di largo consumo giocano del resto alcune dinamiche generali che sembrano essere destinate a scandire i prossimi mesi. La ripresa della socialità e della mobilità – osserva IRI – sarà infatti graduale e questo condizionerà ancora le spese domestiche che continueranno ad assorbire quota parte dei consumi in precedenza effettuati fuori casa. La diffusione del “lavoro agile”, che sta diventando un fatto strutturale, contribuirà inoltre a far sì che una fetta non trascurabile di pasti precedentemente consumati presso bar e ristoranti rimanga ancorata alle mura di casa. E in questo modo, soprattutto nella prima metà di quest’anno, gli acquisti alimentari saranno sostenuti.
L’avanzata dell’e-commerce
Una nota fuori dal coro va, infine, segnalata in relazione alla performance attesa dal canale che maggiormente ha acquisito importanza nel corso del 2020 e che rimarrà un punto di riferimento fondamentale per il consumatore anche in futuro: l’e-commerce. Le previsioni di IRI indicano una crescita a valore per il commercio digitale del 60% per il 2021 che lo porterà a sfiorare la quota del 3% sul totale nella Distribuzione Moderna (fisica e online) per le vendite di prodotti confezionati di largo consumo.