La diretta odierna di Mattino 4 è tornata ad occuparsi del caso di Larimar Annaloro, la 15enne morta in condizioni (a dir poco) sospette il 5 novembre, trovata dalla madre impiccata ad un albero a pochi passi dalla casa della famiglia: da subito la procura ha ipotizzato che il decesso altro non fosse un classico suicidio, ricollegato ad un presunto caso di revenge porn con alcune immagini succinte della giovane Larimar Annaloro che sono state fatte circolare nelle chat dai suoi compagni di classe; tesi alla quale i genitori della 15enne non hanno mai minimamente creduto chiedendo che si indagasse a fondo sul rapporto tra lei e quegli stessi compagni.
Nella giornata di ieri – e fino a tardissima sera – i genitori di Larimar Annaloro sono stati ascoltati dal procuratore in un lunghissimo Sit nel quale (spiega la madre della 15enne a Mattino 4) “abbiamo disposto le nostre prove e parlato per circa 10 ore”, sottolineando di non potersi “sbilanciare più di tanto” ma di avere anche “fiducia nella giustizia“; mentre sempre ieri c’è stata anche la copia forense degli otto cellulari sequestrati dagli inquirenti che – spiega questa volta il padre – comprende “quello di mia figlia e un pc di casa, oltre al nostro telefono di casa che ogni tanto lei usava e un altro telefono che si era rotto ad agosto”, dicendosi anche lui che “da tutte queste informazioni si ricaverà qualcosa di molto molto utile“.
La madre di Larimar Annaloro: “Un ragazzo l’aveva chiamata put*na ne*ra”
“Io ho trovato un brutto messaggio inviato a mia figlia – spiega immediatamente la madre di Larimar Annaloro soffermandosi sui cellulari della ragazza -, praticamente lei raccontava al suo ragazzo che era in un posto ed è arrivato un ragazzo che le ha detto ‘put*na ne*ra, non hai amici'” confessando il timore che “le abbiano fatto del male perché è figlia di una persona nera” aprendo allo spettro di un possibile movente “razzista” legato alle origini della giovane vittima.
Ma incalzata nuovamente sugli elementi che ha portato davanti al procuratore, la madre di Larimar Annaloro ha ribadito che “per ora non posso dire nulla”, lasciandosi scappare che ha citato “il sopra delle scarpe che era pulito, ed è impossibile visto che viviamo nella terra”; ma anche il bigliettino lasciato al suo fidanzatino, precisando che “non scriveva mai in stampatello e non si firmava mai, mai, Lari”, ed è il padre ad accennare anche alla “posizione in cui l’abbiamo trovata che le avrebbe permesso di salvarsi semplicemente alzandosi”: entrando nel merito della posizione, la madre racconta che era “in ginocchio, con le mani libere, tutta legata e con un doppio nodo sopra alle caviglie e la corda era solo appoggiata al collo non annodata“.