Larry Kramer, scrittore americano tra i più innovativi nonché attivista per la difesa dei diritti dei gay, si è spento oggi, all’età di 84 anni, a Manhattan. Come riferisce il New York Times, è stato il marito David Webster a darne notizia spiegando che la morte è sopraggiunta a causa di una polmonite. Will Schwalbe, suo amico, a WTVB ha sottolineato che la morte non è legata alla pandemia da Covid-19. Kramer fondò l’organizzazione pionieristica che si occupava di assistere persone con HIV e descrisse in The Normal Heart l’ascesa della crisi dell’AIDS a New York tra il 1981 e il 1984 attraverso i suoi occhi. Lo stesso New York Times, nel medesimo giorno in cui ha annunciato la sua morte aveva dedicato a Kramer un lungo articolo in cui anticipava la stesura di un’opera teatrale sull’era del Coronavirus, “forse l’ultima opera che scriverà”. Solo lo scorso martedì l’attivista aveva spiegato in cosa consisteva la sua nuova opera: “Si tratta di persone gay che devono vivere tre piaghe”, aveva detto dal suo appartamento nel Greenwich Village, dove stava trascorrendo il suo isolamento. Con “tre piaghe” si riferiva all’Hiv, all’Aids e al Coronavirus. Lui stava vivendo anche il declino fisico dopo essersi rotto una gamba lo scorso aprile in seguito ad una caduta. Era stato il suo assistente a trovarlo sul pavimento a distanza di diverse ore.
LARRY KRAMER È MORTO: DALLA LOTTA ALL’AIDS AL COVID
Era il 1988 quando a Larry Kramer veniva diagnosticata l’Hiv. In questi ultimi giorni di vita si è spesso trovato ad affrontare il confronto tra Aids e Covid: “Il governo è stato terribile in entrambi i casi. Sono stati terribili con l’AIDS e sono terribili con questa cosa. Ci si chiede cosa ne sarà di noi”. Ora come allora, Kramer aveva accusato il dottor Fauci della lenta risposta del governo alla lotta contro l’Aids definendolo un assassino e un “idiota incompetente”. Da quelle parole ne nacque un’amicizia e Fauci lo aiutò ad entrare in una sperimentazione farmacologica salvavita dopo che lo scrittore fu sottoposto ad un trapianto di fegato. Ancora oggi, aveva ammesso, la loro amicizia andava avanti. La sua crisi vissuta nell’epoca dell’Aids non gli ha permesso di avere una prospettiva sulla pandemia del Coronavirus: “Piuttosto, le due epoche si fondono l’una nell’altra”, ha commentato. Per lui, una sfida della pandemia è stata rappresentata proprio dall’isolamento. Negli ultimi tempi il marito, sposato nel 2013, è stato via per lavoro evitando di portare eventuali rischi in casa e così alcuni assistenti di Kramer che hanno smesso di recarsi nella sua abitazione. Così si è buttato nella sua ultima opera teatrale che però ha dovuto modificare costantemente alla luce delle nuove notizie. Kramer è stato una figura eroica durante la crisi dell’Aids e forse in parte anche adesso. Scriveva di lui il NYT: “La morte è il suo siero della verità”. Lo stesso attivista aveva scritto: “Mostratemi una peste e vi mostrerò il mondo!”. Da oggi però, non potrà più farlo.