Las Azules è una serie messicana prodotta per Apple TV+ da Fernando Rovzar e da Pablo Aramendi che ripercorre la storia di numerosi femminicidi avvenuti nel cuore di Città del Messico e che scosse l’opinione pubblica nei primi anni ’70. Il caso fu risolto solo grazie all’impegno e alla serietà investigativa di un gruppo di giovani donne-poliziotto appena assunte nel corpo della polizia della città. Destinate a pattugliare nei parchi pubblici con le loro fiammanti divise azzurre, il nascente corpo di polizia femminile doveva solo servire a promuovere una campagna pubblicitaria del Governo, con l’obiettivo di deviare l’attenzione pubblica dai crescenti problemi di sicurezza della città.



In realtà quattro delle nuove assunte, che avevano sempre sognato di poter fare quel lavoro, incominciarono a indagare all’insaputa dei loro capi. Molte donne erano state trovare seviziate e uccise, legate e spogliate delle loro divise di lavoro. Del serial killer, ormai conosciuto con il soprannome dello “svestitore”, fino a quel momento non si sapeva nulla, nessun indizio, nessuna seria indagine, nessuno aveva pensato di collegare gli omicidi ad alcuni casi precedenti di altre donne trovate morte e che la polizia aveva chiuso frettolosamente. Maria, Gabina, Ángeles e Valentina – questi i nomi delle inesperte poliziotte osteggiate e derise dagli agenti maschi – riescono a ricostruire i fili di un’indagine che nessun collega aveva mai iniziato. L’unico uomo a dare fiducia alle giovani donne è il loro capo, il capitano Octavio, a sua volta emarginato dai superiori.



Le 10 puntate (l’ultima è disponibile dal 25 settembre) ricostruiscono la vita della capitale messicana agli inizi degli anni ’70, e attraverso il racconto di decine di donne, comprese le quattro protagoniste, si ha un quadro molto realistico della condizione femminile in Messico, un Paese maschilista per definizione. La storia raccontata è vera, il caso giudiziario è realmente accaduto, così come decisivo fu per la sua soluzione il ruolo – a lungo sottaciuto – delle donne-poliziotto.

Protagonista principale è l’attrice Barbara Mori, messicana di origini uruguaiane, con moltissime partecipazioni a telenovela di successo, molto brava e convincente nel ruolo di Maria, una donna della borghesia che si decide a entrare in polizia dopo aver scoperto il tradimento del marito.



Las Azules non rientra nei canoni delle principali serie di successo di cui ci siamo occupati in questi anni, ma è molto interessante perché indica una tendenza in atto: quella che sta spingendo le piattaforme streaming (direi tutte) a superare la fase della produzione di nicchia e di qualità, puntando direttamente al grande pubblico generalista. Come dimostra il grande successo delle serie turche, ad esempio, anche se con ritardo il pubblico conservatore delle tv tradizionali – tanto per capirci, quelli che guardano ancora i canali con i “contenitori” del mattino e del pomeriggio – stanno scoprendo le piattaforme, spesso pagate dai loro figli. Dopo un rapido apprendistato, vi trovano contenuti in cui si ritrovano pienamente (ad esempio, molti film o serie del passato) e ne stanno apprezzando i grandi vantaggi. A conferma del fatto che si stanno addensando problemi molto seri per i monopoli televisivi come la Rai e Mediaset, abituati a vivere di rendita.

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