Aveva lasciato morire di sete in Iraq una bimba yazida di 5 anni che aveva acquistato come schiava: Jennifer Wenisch, una donna tedesca di 30 anni entrata nell’Isis nel 2013, è stata condannata dal tribunale di Monaco di Baviera a 10 anni di carcere. Il caso era avvenuto nel 2015 a Falluja quando, insieme al marito Taha Al-Jumailly, militante dello Stato islamico, aveva incatenato la bimba yazida nel cortile della loro abitazione, sotto il sole, lasciandola morire. I due militanti Isis avevano deciso di punire la bambina perché, secondo quanto riportato dai magistrati, aveva bagnato il materasso.



Il processo era iniziato nel 2019, quattro anni dopo la morte della bimba, e ora è arrivata la sentenza. Il giudice Joachim Baier ha condannato la donna per supporto di un gruppo terroristico, concorso in tentato omicidio e in tentati crimini di guerra, ma anche per crimini contro l’umanità. Secondo l’accusa, infatti, Jennifer Wenisch faceva parte della struttura di comando dell’Isis. Nel 2015, aveva pattugliato i parchi di Fallujah e Mosul alla ricerca di donne che non si conformavano ai codici di comportamento e di abbigliamento imposti dallo Stato islamico. Un anno dopo, nel 2016, era stata arrestata all’ambasciata tedesca in Turchia mentre provava a rinnovare la sua carta d’identità.



YAZIDA DI 5 ANNI LASCIATA MORIRE DI SETE: “BIMBA ERA INDIFESA”

Nel caso della bambina yazida lasciata morire di sete dalla coppia arruolata nell’Isis, il giudice si è rivolto alla donna imputata e condannata al carcere Jennifer Wenisch: «La bambina era indifesa e lasciata sola in una situazione insostenibile. Lei avrebbe dovuto sapere sin dall’inizio che la piccola poteva morire», è il racconto dell’agenzia Dpa.

La coppia aveva acquistato la bambina per usarla come schiava: è arrivata dunque la condanna per la donna, mentre l’uomo è imputato in un altro processo a Francoforte e la sentenza è attesa per la fine di novembre. L’Isis considera la minoranza religiosa degli yazidi come “adoratori del diavolo” e ne avrebbe uccisi – secondo quanto scrive il Corriere della Sera – circa 3mila, oltre schiavizzarne circa 7mila.