Lasse Matberg, uno dei concorrenti più amati di Ballando con le Stelle, è stato ospite quest’oggi nel programma di Rai Uno, Storie Italiane. «Sto benissimo grazie», ha esordito la sua chiacchierata con Eleonora Daniele il 32enne militare norvegese. «Ho avuto una bellissima infanzia – ha aggiunto – ho avuto un fratello e una sorella, ho potuto trascorrere molto tempo con loro, e mia mamma ha smesso di lavorare quando sono nati i miei fratelli. Io cercavo di aiutare per quanto possibile, facevo il bucato, i lavoretti in cucina, e questo mi ha aiutato a sviluppare l’amore per la cucina. Sono stato anche molto unito ai miei nonni che mi hanno insegnato ad andare in bicicletta, a nuotare, le differenze fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato». Che cosa è giusto o è sbagliato gli chiede la Daniele: «Nella vita si può sbagliare – risponde Lasse – ma bisogna riconoscerlo». Tornando sui nonni, Lasse spiega: «Mio nonno ha 91 anni ed è ancora vivo, compirà gli anni una settimana dopo la fine di Ballando, e non vedo l’ora di vederlo».

LASSE MATBERG A STORIE ITALIANE

«Sono sempre stato robusto e alto, quando sono nato pesavo 5 kg, poi ho iniziato a giocare a calcio, la genetica mi ha aiutato. Ma l’aspetto fisico e la grandezza non importano, contano gli aspetti sociali, e grazie a questo puoi andare davvero lontano». Lasse racconta di essere stato bullizzato quando aveva una decina di anni: «Mi dicevano cose brutte sui miei denti che uscivano fuori, mi chiamavano Bunny, conigloi. Non dicevo nulla ai miei genitori perché pensavo che il problema fosse mio: non mi picchiavano ma mi maltrattavano solo con le parole, a volte le parole fanno più male dei pugni. Poi quando ho tolto l’apparecchio la vita ha iniziato a sorridermi: nel giro di due mesi mi sono fatto la ragazza e sono stato con lei per cinque anni. E’ stata una grande svolta, ero infelice, a volte piangevo quando andavo a letto, poi ho iniziato a ricevere molte attenzioni da un momento all’altro». La Daniele chiede quindi a Lasse se vuole mandare un messaggio ai bulli: «Mi basta la mia presenza qui, la mia storia, non ho niente da dirgli».