Secondo un parere, basato su uno studio scientifico, pronunciato dal servizio sanitario nazionale in UK il latte prodotto dalle donne trans, dunque nate di sesso maschile, è nutrizionalmente equiparabile a quello materno e, pertanto, tranquillamente somministrabile tranquillamente ai bambini. A riportare il parere del sistema sanitario e anche lo studio in questione è stato il quotidiano The Telegraph, ed ovviamente non sono mancate le critiche.



La pronuncia del servizio sanitario del Regno Unito, fatta tecnicamente dall’NHS Trust dell’Università del Sussex Hospitals, sul latte delle donne trans è stata motivata da un dibattito che si era già creato nei mesi scorsi generato da un’affermazione sulla possibilità di allattare al seno da parte delle trans fatta proprio dal trust in questione. Gli attivisti si sarebbero opposti a questa affermazione e, infine, il sistema sanitario si è giustificato, facendo proprio riferimento allo studio sul latte prodotto dalle donne trans. Quest’ultimo, spiega il Telegraph, è stato condotto nel 2022 e ha rilevato che “le concentrazioni di testosterone nel latte” sono interiori all’1% e non hanno, dunque, alcun “effetto collaterale osservabile” nei bambini.



Latte delle donne trans: i dubbi sulla salute del bambino per il mix di farmaci

Insomma, forte dello studio del 2022, e di cinque articoli dell’Oms pubblicati nel 1977 in cui si afferma solamente che il latte materno è migliore di quello artificiale, il sistema sanitario sottolinea che il latte delle donne trans è “paragonabile a quello prodotto dopo la nascita di un bambino“. Vi sarebbero, tuttavia, degli evidenti ed importanti limiti. Lo studio, innanzitutto, ha avuto una durata complessiva di soli 5 mesi e non vi sono osservazioni a lungo termine sullo sviluppo dei bambini.



Inoltre, ed è il punto potenzialmente più critico, è ignoto l’effetto che il mix di farmaci assunti dalle donne trans per produrre il latte potrebbe avere sui bambini. Affinché una persona nata maschio riesca  produrre latte, infatti, occorre (oltre agli ormoni già assunti per la transizione sessuale) assumere l’ormone progestinico e il domperidone (spesso commercializzato come Motilum), che aiuta a stimolare la produzione di prolattina. Quest’ultimo farmaco, oltre che per le donne trans, è usato anche in alcuni casi in cui le donne faticano a produrre latte dopo il parto, prescritto off-label e contro il parere della casa produttrice, Janssen. Il rischio, secondo l’azienda, è che il farmaco possa trasmettere nel latte materno alcune delle sue sostanze con “effetti collaterali indesiderati che colpiscono il cuore del bambino” allattato.