Citochine e immunoglobuline, macrofagi, linfociti, esosomi carichi di Rna, anticorpi e cellule staminali, oltre a zucchero, grassi e proteine. Non sono gli “ingredienti” di un prodotto farmaceutico, ma ciò di cui è fatto il latte materno. Prezioso per i bambini. Gli studi, infatti, dimostrano che i bambini si sviluppano in modo più sano grazie al latte materno. Rispetto ai bambini nutriti con il latte artificiale, quelli allattati al seno hanno meno probabilità di sviluppare asma, obesità o diabete. Non solo: il loro quoziente intellettivo è leggermente più alto. Ma il latte materno è fondamentale anche per i bambini prematuri. Stando a quanto riportato da Welt, che ha dedicato un approfondimento sul latte materno, il componente che potrebbe spiegare i grandi benefici è il myo-inositolo. I biologi cellulari dell’Università di Yale, in un lavoro pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, hanno rilevato che il numero di connessioni delle cellule nervose in una coltura di tessuto alimentata con questa sostanza è aumentato drasticamente.



Ma gli scienziati sono interessati anche ad altri elementi. Ad esempio, il latte materno contiene brevi frammenti di acido nucleico, i microRNA. Sono circa 1.400 i tipi che fluttuano nel latte materno: una buona percentuale controlla i processi di crescita, altri calmano le infiammazioni, permettono al sistema immunitario di maturare o di depositare il tessuto adiposo bruno, il grasso del bambino. C’è un’altra questione che desta particolare attenzione: il fatto che il latte materno possa avere influenze completamente diverse su un bambino, a seconda del donatore, a causa dei diversi tipi di cellule staminali. Secondo le nuove proiezioni pubblicate sulla rivista scientifica Frontiers in Imunology, diversi miliardi di queste cellule dovrebbero migrare dalla madre al bambino, tanto più a lungo quanto più lungo è l’allattamento al seno.



LATTE MATERNO, IL RUOLO DELLE CELLULE STAMINALI E LE NUOVE DOMANDE

Le cellule staminali sono una riserva di “rigenerazione” dell’organismo. Alcune di quelle contenute nel latte materno possono formare nuove cellule per tutti i tessuti del corpo. Ad esempio, per i bambini non servono come cibo, quindi per alimentarli, ma si depositano in parte negli organi interni, anche nel cervello. Qui a volte diventano neuroni, a volte tessuto di sostegno. Dipende da ciò che serve al momento, spiega la biologa cellulare greca Foteini Kakulas, che conduce ricerche presso la University of Western Australia. La scienziata, che è stata anche coinvolta negli studi che hanno scoperto le cellule staminali nel latte, sostiene che queste cellule materne diventano parte del bambino: restano nel corpo del bambino non solo per alcuni mesi, ma per decenni. Con l’allattamento al seno, quindi, il bambino cambia e la madre lo influenza in modi inaspettati. Cellula per cellula.



L’espressione “fratelli di allattamento“, usata in inglese per tutti i bambini che si sono abbeverati allo stesso seno, assume così un significato del tutto nuovo, perché secondo questo termine hanno davvero dei geni in comune. Non tutte le madri, però, possono allattare al seno. Per questo esistono banche del latte, anche se molto costose. Ma a tal proposito, si aprono nuovi scenari da esplorare per gli scienziati: il latte materno “straniero”, quello cioè di un’altra donna, potrebbe mai danneggiare un bambino? Sarebbe addirittura necessario sottoporre le donazioni a test genetici per averne la certezza? Come spiegato da Welt, sono domande a cui sia le banche del latte femminile sia la scienza non hanno ancora trovato una risposta.