Dopo il latte di mucca coltivato completamente in laboratorio e senza sfruttamento animale, arriva anche il latte umano alternativo, prodotto dagli scienziati a partire da cellule umane e residui di tessuti mammari risultanti dagli interventi di mastoplastica effettuati negli ospedali. Il primo esperimento era già riuscito con successo grazie agli studi della start-up Biomilq, in North Carolina, che, come riporta un articolo di La Verità, aveva riprodotto il latte materno a partire da una coltura cellulare, utilizzando gli stessi metodi utili a produrre quello di mucca in un bioreattore.



Subito dopo la scoperta, le scienziate dell’azienda avevano dichiarato che in base alle analisi il prodotto conteneva esattamente le stesse quantità di zuccheri e proteine contenute in quello umano. Pertanto queste innovative tecniche verranno utilizzate in futuro, non per sostituire l’allattamento al seno, come qualcuno ha ipotizzato, ma piuttosto per produrre latte alternativo a quello in polvere, e meno costoso. Molte multinazionali stanno attualmente investendo in queste nuove tecnologie, e come già accaduto per la carne, si stanno moltiplicando le imprese pronte a produrre alimenti in laboratorio con caratteristiche organolettiche del tutto simili a quelle dei cibi “tradizionali”. Ma in alcuni paesi la strada sembra essere ancora lunga soprattutto dal punto di vista normativo e burocratico.



Il latte materno sarà prodotto anche in laboratorio, le multinazionali investono

Il latte materno prodotto in laboratorio da coltura cellulare di tessuti umani derivati da interventi di mastoplastica, sembra essere l’ultima frontiera degli alimenti prodotti in bioreattori. Anche se come caratteristiche questo prodotto al momento sembra essere la sostanza più simile a quella prodotta durante l’allattamento naturale, permangono alcuni dubbi circa la somministrazione futura ai neonati.

Ma sicuramente, come confermerebbero i dati pubblicati dagli studi finora condotti, potrebbe essere una valida alternativa al latte in polvere. E lo dimostra il fatto che, come riporta l’articolo pubblicato su La Verità, che anticipa uno speciale di Panorama, sono già tantissime le aziende del settore che hanno finanziato ed investito nelle principali due start-up che sono attualmente autorizzate alla produzione del prodotto. Tra queste anche il gruppo Nestlè con i marchi Danone e Mellin.latte