Report torna ad occuparsi della provenienza del latte nei caseifici in un’inchiesta intitolata “La goccia di latte” successiva alla prima puntata “Il latte versato” sulla l destinata a far discutere. Durante un viaggio in Molise l’inviata della trasmissione di Rai Tre si rende conto di come gran parte dei caseifici abbia l’abitudine di far arrivare il latte dall’estero: che sia dalla Germania, dalla Polonia o dalla Lituania poco importa. Quasi nessuno indica sull’etichetta che la materia prima non è italiana e anzi è una pratica diffusa cercare di attirare il cliente parlando di “mozzarella molisana” e “italianità” del prodotto. Ma perché i casari non acquistano direttamente latte italiano? Il motivo è semplice: quello straniero costa di meno. Peccato che all’estero, in molti Paesi dell’Unione Europea, il livello di controlli sulla qualità dei prodotti non sia neanche lontanamente paragonabile a quello applicato in Italia…(agg. di Dario D’Angelo)



LATTE STRANIERO NEI FORMAGGI ITALIANI

Ha fatto discutere la lista segreta delle aziende che acquistano latte straniero pubblicata da Report, anche perché da anni un funzionario del ministero della Salute ne ostacola l’accesso. Si tratta di Silvio Borrello, direttore generale della Sanità animale del ministero della Salute. Ha anche resistito all’ordine della magistratura per il quale avrebbe dovuto consegnare senza indugio questa lista e renderla pubblica. Il programma di Raitre ne è entrato in possesso e l’ha diffusa pubblicamente. Ma non si ferma: nella puntata di oggi andrà in onda il servizio sulle reazioni delle aziende produttrici di formaggio e degli allevatori. Quella lista tra l’altro l’ha ottenuta anche Coldiretti al termine di una lunga battaglia legale, solo che si riferisce a tre mesi del 2017. Quella lista aiuta a capire il fenomeno: dentro ci sono nomi di 1800 aziende e multinazionali che acquistano latte straniero. C’à Galbani che acquista tonnellate di cagliate lituane, creme di latte dalla Spagna, mozzarelle dalla Francia. Prealpi invece acquista tonnellate di formaggi e cagliate dalla Germania, i formaggi a pasta dura arrivano persino dalla Finlandia e le mozzarelle dalla Danimarca.



LATTE STRANIERO NEI FORMAGGI ITALIANI, LISTA AZIENDE A REPORT

In quella lista c’è pure Granarolo, che compra latte da Francia, Slovenia e Ungheria. Parmalat compra tonnellate di latte crudo da Slovenia, Belgio, Croazia, Ungheria e formaggi dalla Polonia. Poi ci sono i caseifici del Grana Padano che fanno i grattugiati misti e acquistano latte e formaggi da Germania, Polonia e Ungheria. Quelli del Parmigiano invece da Lituania e Lettonia. Nel precedente servizio Report ha sentito Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. «Tu puoi utilizzare latte proveniente dalla Romania, però devi scrivere che è latte rumeno. Questo noi vogliamo. Il massimo della trasparenza». Il programma ha poi intervistato Silvio Borrello, direttore generale della Sanità animale del ministero della Salute. «Io non posso dare dei dati che lei come cittadino mi affida. Sono dei dati eh anche… eh privati… commerciali». Quando il giornalista gli ha chiesto perché non abbia ottemperato alla sentenza del Consiglio di Stato che gli imponeva di rendere accessibile la lista: «I provvedimenti li firma il direttore generale e se io faccio un danno economico come è stato paventato da alcune industrie che hanno detto che non volevano l’ostensione dei dati… mi hanno in qualche modo avvisato che avrebbero fatto una richiesta di risarcimento danni».



LATTE STRANIERO NEI FORMAGGI ITALIANI: GRANA PADANO CONTRO REPORT

Ma se è tutto trasparente che problema c’è a parlarne? Report sospetta che si sia voluto coprire questo segreto per decenni. Sono state comprate tonnellate e tonnellate di latte straniero importato e per coprirne la provenienza si è mentito sulla produzione di latte nazionale, falsificando i dati e facendo multare l’Italia per 4,5 miliardi di euro, mettendo peraltro in ginocchio migliaia di lavoratori onesti. Le aziende italiane non sono rimaste a guardare. Grana Padano ad esempio ha reagito alle accuse di Report. Il direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano Stefano Berni dopo il primo servizio su “Latte versato”, l’inchiesta del programma di Raitre, ha scritto in comunicato: «Assicuriamo nel modo più assoluto che non una goccia di latte straniero sia andata o vada a Grana Padano. Rispetto a queste illazioni false e strumentali i nostri legali si sono già attivati per il ripristino della verità e la refusione dei danni causati da improvvidi e superficiali giornalisti d’assalto».