La notizia giunge direttamente da alcune fonti della Lega, secondo cui l’ex presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, avrebbe chiesto 150mila euro a Matteo Salvini per diffamazione a mezzo stampa, con la cifra che sarebbe contenuta all’interno dell’invito alla mediazione civile che la donna avrebbe inviato al numero uno del partito del Carroccio. Anche se, come riferisce il quotidiano “La Repubblica”, la stessa Boldrini ha smentito l’importo: “Non c’è stata alcuna quantificazione del danno da parte mia. Me l’ha confermato il mio avvocato. Non sappiamo da dove nasca quella cifra”. Che tra lei e Salvini non vi sia un rapporto eccezionale lo si è capito già in passato: emblematico in tal senso lo spogliarello del luglio 2016 che l’esponente della Lega fece sul palco a Soncino, in provincia di Cremona, per indossare una t-shirt regalatagli dai suoi sostenitori e mostrando a tutti una bambola gonfiabile, accompagnando il gesto alla frase “C’è la sosia di Boldrini, qui”. L’ex presidente della Camera si ribellò e sui social scrisse: “Le donne non sono bambole e la lotta politica si fa con gli argomenti, per chi ne ha, non con le offese”.

BOLDRINI CHIEDE 150MILA EURO A SALVINI: DIFFAMAZIONE E CAMPAGNA D’ODIO

In tempi non sospetti, peraltro, Laura Boldrini ha intentato una causa civile per risarcimento danni contro Matteo Salvini presso il tribunale di Milano sostenendo, sempre secondo quanto riferisce “La Repubblica”, di avere “subìto per anni una massiccia strumentalizzazione attraverso una campagna d’odio lanciata dal segretario della Lega contro di lei, in particolare associando il suo nome ai crimini compiuti dai migranti, per cui lei risulterebbe responsabile di quelle azioni”. Salvini, in tutto questo, si mostra apparentemente tranquillo e per nulla turbato e lo fa pubblicando un apposito post su Twitter con tanto di fotografia nella quale impugna un bicchierino di caffè, mimando un brindisi e scrivendo: “Caffè pomeridiano in onore della signora Boldrini, che mi chiede 150.000 euro di danni (!) per non si sa bene cosa. Alla salute di chi ci vuole male”. Al di là della veridicità o meno dell’entità del risarcimento richiesto, la vicenda è destinata ancora a fare parlare di sé nei prossimi mesi e ne seguiremo gli aggiornamenti.