Laura Laurenzi ha 69 anni, non li dimostra nell’aspetto bensì dai suoi racconti che attraversano più di 50 anni di gossip, cronaca ed eventi che hanno segnato per sempre l’immaginario collettivo nazionale.
In una lunga intervista al “Corriere della Sera”, la giornalista rivela aneddoti in serie che è quasi difficile riassumere per la quantità e la dovizia di particolari offerti all’attenzione di uno stupefatto Aldo Cazzullo: sposata con Enzo Bettiza, ben più anziano di lei e amico del padre, inviata per anni per “La Repubblica” e testimone di fatti enormi come il Delitto Moro o la tragica vicenda di Alfredino Rampi nel pozzo. Ma soprattutto una quantità di “segreti” raccolti nel suo lavoro da sciorinarli forse per giorni e giorni, qualora volesse: un esempio? Quando parla di Fellini: «Anita Ekberg non lo amava. Ne parlava come di un predatore sessuale. Leggendaria la sua massima: “Io non è interessata a pompetto”». O come quella volta che Laura Laurenzi si è imbucata alle nozze di Luciano Pavarotti con Nicoletta Mantovani vestendosi in maniera eccentrica per sembrare una musicista: «finì al tavolo con un tizio dall’aria familiare, con gli stivaletti e la basetta feroce. Quando Pavarotti chiamò i suoi amici artisti per cantare, il tizio si alzò. Era Bono degli U2».
LE MILLE STORIE DI LAURA LAURENZI
Le storie, i racconti e i “segreti” sono moltissimi, come pure le “imbucate”: dopo Pavarotti, altro emblema è la sua (tentata) presenza alle nozze di Diego Armando Maradona. «Era stato papa Wojtyla a convincerlo a sposarsi: aveva già due bambine. Fece il volo di andata con un cartello al collo: “Io sono single, è mia moglie che si sposa”. Alla cerimonia civile ero l’unica giornalista, e lui mi fece cacciare», racconta ancora Laura Laurenzi ad un divertito Cazzullo. La giornalista rivela come in realtà non è vero che tutti gli argentini amavano e amano “La Mano de Dios”: «la sua auto passò tra due ali di folla che la prendevano a calci e sputavano sui finestrini; anche perché era una Rolls-Royce Phantom del 1938 appartenuta a Goebbels, il gerarca nazista. Il giorno dopo ci fu il matrimonio religioso. Il banchetto andò avanti sino alle otto del mattino». Esperta di storie “reali” con tutti i gossip di corte: «Tra Carlo e Camilla fu vero matrimonio d’amore», sospira Laurenzi, raccontando invece che Felipe di Spagna ha sposato una repubblicana divorziata, che Haakon Magnus di Norvegia «una ragazza madre che aveva avuto un bambino da un trafficante di droga» e che a Diana «non spiegarono che una regina non è predestinata a una vita felice, anzi dovrà affrontare crudeli infedeltà. Kate mi sembra meglio preparata. Charlene di Monaco decisamente no». Su Meghan Markle giudizio ancora più netto, in quanto «Mai vista tra due sposi tanta attrazione fisica come tra Meghan e Harry. Ma è lei che comanda». Per finire, non mancano le tragedie e le storie difficili che Laurenzi si è vista costretta ad affrontare: è salita sulla berlina dove venne rapito Aldo Moro in Via Fani, «C’era una pila di carte, le sfogliai: erano le tesi dei suoi studenti di procedura penale. Arrivarono i carabinieri a farmi scendere. Contai i bossoli. Un rigagnolo di sangue continuava a scorrere sul marciapiedi». Ma è anche stata in collegamento per qualche minuto con il piccolo Alfredino Rampi sopra quel dannato pozzo, «gli dissi di non avere paura, che tutto sarebbe finito presto, che sarebbe arrivata la mamma. Erano davvero convinti di salvarlo. Lui si lamentava per il freddo, per il buio. È un ricordo terribile. Vorrei tanto averlo dimenticato».