Laura Matteotti è la nipote di Giacomo Matteotti, anche se non ha mai conosciuto il nonno. Il segretario del Partito Socialista Unitario, infatti, venne ucciso da una banda di fascisti nel 1924, quando il figlio secondogenito Matteo, che la avrebbe poi data alla luce, aveva soltanto 3 anni. “L’omicidio rappresentò un trauma. La moglie Velia Titta rimase vedova con tre figli piccoli da crescere. Mio padre cominciò a stare male, come del resto i suoi fratelli, zio Carlo e zia Isabella”, ha raccontato in una intervista a Repubblica.
Il rapporto della donna con il padre non è stato idilliaco. “Era ombroso, timido, molto concentrato sulla sua carriera politica”. Non parlava mai, inoltre, del nonno. “È orribile. Non ho mai capito perché, forse voleva proteggere me e mia sorella Elena da questo dolore. Era anaffettivo, devo dirlo. Anche se poi nei momenti più strani risultava molto simpatico, ad esempio alle feste con gli amici, era comico”, ha ricordato.
Laura Matteotti e la scoperta della storia di nonno Giacomo
Laura Matteotti ha scoperto solo crescendo e per altre vie chi era il nonno Giacomo Matteotti. “Agli esami di terza media mi chiesero di parlare di mio nonno. “Mio nonno chi?” ho risposto. Sono tornata a casa sconvolta, trovai i miei genitori a pranzo, e domandai: “Scusatemi, ma chi era Giacomo Matteotti?”. Non dissero niente. Silenzio completo. Poi mi ritirai nella mia stanza e i miei genitori nella loro, come sempre avveniva”.
La sete di conoscenza però non si è mai spenta. È così che con gli anni ha cominciato a studiare. “Al funerale di mio padre, nel 2000, a Fratta Polesine ho dormito nella stanza che era stata di Giacomo e Velia. C’era tantissima gente, i vecchi tiravano dal portafoglio i santini di mio nonno. Piano piano ho cominciato a capire tutta la storia. Avevo 38 anni. Adesso con Elena ci stiamo liberando di questa mancanza. Ne parliamo”, ha concluso.