La Cassazione respinge il ricorso degli imputati per il crollo del palco al concerto di Reggio Calabria di Laura Pausini e per un attimo la mente dei fan e del pubblico della cantante torna a quei giorni e a quei momenti. L’incidente datato 5 marzo 2012, non portò solo al crollo della struttura montata al centro del Palasport reggino ma anche alla morte di un operaio romano, Matteo Armellini, che proprio quel giorno era impegnato nell’allestimento della struttura. Per l’incidente finirono con le spalle al muro ben cinque imputati, tre dei quali hanno ricevuto conferma di condanna per omicidio colposo e disastro colposo dalla Corte di Appello di Reggio Calabria nel 2019, e gli altri due condannati per il crollo.



Laura Pausini, crollo palco concerto di Reggio Calabria, confermate cinque condanne

La Cassazione ha respinto i ricorsi dei cinque imputati confermando così le sentenze e la condanne definitive. Tutti sono stati condannati al risarcimento dei danni alle parti civili. In particolare, secondo quanto riporta l’Ansa sembra che per Cammera e Aumenta sarebbe scattata la prescrizione per l’omicidio colposo mentre è rimasta la parte della condanna relativa al crollo del parco di Reggio Calabria e anche il risarcimento. Le persone condannate dalla Suprema Corte sono il coordinatore della sicurezza per i lavori di costruzione della struttura, Sandro Scalise; il progettista Franco Faggiotto; il rappresentante della “F&P Group”, committente dei lavori, Ferdinando Salzano. Al momento Laura Pausini non ha commentato la sentenza e la conferma della Cassazione ma siamo sicuri che non potrà che dirsi soddisfatta, almeno in parte, visto che all’epoca si era schierata dalla parte della vittima, il giovane Matteo Armellini, e la sua famiglia: “Queste battaglie vanno fatte per restituire la dignità a tutti i lavoratori e io mi batto per questo. Posso dire che é stata fatta giustizia. Ero molto sfiduciata. Il percorso di questo processo è stato veramente duro”.

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