Ennio Morricone si è spento a Roma, due settimane fa, all’età di 92 anni. Tanti gli artisti che hanno voluto rendergli omaggio – tra collaboratori e semplici estimatori – tra cui si annovera anche Laura Pausini, che con Morricone firmò la nuova partitura di uno dei suoi più grandi successi, La solitudine. Questo il ricordo che la cantautrice di Solarolo ha affidato a un tweet (con annessa fotografia): “Questa è la nostra prima foto”, scrive Laura, “era aprile 2013 e registravamo La solitudine con la tua partitura… immenso artista… ti vorremo per sempre bene… il tuo nome è nella storia e nell’orgoglio del nostro paese. #enniomorricone @MEnnioMorricone #rip”. Per la Pausini, Ennio è stato “maestro mio e di tutti”, e anche oggi non ha paura di condividere uno scatto piuttosto intimo che lo ritrae – oltre che con Morricone – anche con in braccio sua figlia Paola.
Laura Pausini: “Ho sofferto ai tempi del mio esordio”
Laura Pausini, che stasera sarà ospite del best of Grazie a tutti show condotto da Gianni Morandi, è sempre stata un’artista piuttosto popolare. All’inizio della sua carriera, però, non tutti la prendevano sul serio, specie dalle parti della Romagna in cui è nata e cresciuta. Se ha sofferto? “Molto”, replica lei in un’intervista a Grazia, e questo perché i suoi compagni “facevano le risatine”, quando la vedevano passare. “Mio padre veniva a prendermi a scuola a Faenza alle cinque, e da lì a Bologna facevo i compiti in macchina sul suo pulmino. Quando arrivavamo al ristorante, finivo i compiti nel locale ancora chiuso ed erano proprio i camerieri a darmi una mano. Poi iniziava la serata. Cantavo quasi tutte canzoni di artiste tipo Anna Oxa o Ornella Vanoni, e facevo anche i cori nelle canzoni del mio babbo: era lui che voleva fare il cantante. Ha anche rinunciato alla sua possibilità di avere una carriera per me”. Tanti i sacrifici anche dal punto di vista morale, pur di (farle) inseguire il suo sogno. Sogno che – all’inizio – non riguardava proprio il canto: “Volevo studiare architettura e fare l’interior designer. Poi, parallelamente, speravo di fare piano bar senza mio padre. All’epoca avevo un fidanzato che non voleva troppo che cantassi, allora io pensavo di esibirmi solo nei ristoranti di Solarolo, così ci andavo a piedi. Non ho mai pensato né di essere famosa né di avere canzoni mie”.
Laura Pausini si racconta
La persona che ha sofferto di più quando Laura Pausini è diventata famosa è stata forse sua sorella Silvia, che all’epoca aveva 15 anni e mezzo e “non sopportava i miei fan”. Oggi, però, la situazione è diversa, dal momento che la stessa Silvia è diventata capo del fan club ufficiale. Infine racconta il suo “riscatto” a partire dal momento in cui, per la prima volta, ha preso coscienza di essere diventata ricca. Fu quando comprò casa a Milano nel 2005: “Conta che ero famosa dal 1993, e fino a quel momento avevo comprato solo la casa dei miei genitori. Non sono spendacciona e vengo da una famiglia molto attenta. Ricordo che i miei compagni avevano la felpa della Best Company, io la volevo a tutti i costi, ma non potevano comprarmela. Dopo un anno i miei genitori mi portarono a Ravenna e lì mi hanno comprato un pezzo di stoffa della Best Company che mia madre mi ha cucito al fondo dei pantaloni, e un astuccio della Naj-Oleari che ora usa mia figlia. Quell’episodio mi ha segnato, e ancora adesso guardo il prezzo di ogni cosa. Spesso ho rinunciato a molti acquisti perché mi sentivo in colpa. Ma per la mia casa di Milano non ho badato a spese”.