Laura Ravetto “sconsolata” di fronte all’ennesimo attacco del Partito democratico a Matteo Salvini. Nel corso dell’intervento di Alessandra Moretti a “Omnibus” non è passato inascoltato un suo sfogo, seppur sottovoce, mentre appunto l’eurodeputata dem si scagliava contro il leader della Lega. «Io credo innanzitutto che la situazione si sia sbloccata, perché abbiamo la ministra Cartabia che mi sembra stia marciando molto velocemente, diretto verso una riforma del processo civile, penale e poi quella del Csm. Io sono sempre stata favorevole al coinvolgimento della società civile, anche nelle scelte della politica, finché la indirizza verso certi risultati», la premessa della Moretti. Poi l’attacco a Matteo Salvini: «Penso che la politica debba fare un grande lavoro nelle aule parlamentari e nelle commissioni. Se farà con la giustizia quello che ha fatto in Europa sui migranti, cioè non esserci mai né in Parlamento né nelle commissioni dove si discutono questi temi, allora siamo messi bene».



Ed è a questo punto che si è sentita sbuffare Laura Ravetto, che poi si è lasciata andare ad un commento forse pensando che il suo microfono non fosse attivo.

LAURA RAVETTO E LO SFOGO SOTTOVOCE…

«Il Pd non ce la fa, eh, proprio… Non ce la fanno, hanno bisogno…», si sente dire da Laura Ravetto mentre Alessandra Moretti attacca la Lega e in particolare Matteo Salvini. Il tema era quello della proposta dell’ex ministro dell’Interno dopo lo scandalo Palamara e quello della “loggia Ungheria”, cioè di un referendum che tra i punti salienti abbia la «responsabilità civile dei magistrati, perché tutti pagano se sbagliano e i giudici no; la separazione delle carriere e l’abrogazione della legge Severino». Ma la deputata della Lega si dice consapevole del fatto che «questo Parlamento con Pd e 5Stelle non la farà mai». Poi ha criticato il comportamento di Pd e MoVimento 5 Stelle riguardo il ddl Zan. «Mi spiace che dice che è stato bloccato da una persona. Io devo ricordargli che alla Camera lo abbiamo discusso e nel novembre 2020 è arrivato al Senato, quando c’era il Governo Conte II i cui due azionisti erano Pd e M5s che non lo hanno calendarizzato, quindi usciamo da questa polemica».



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