E’ giunta come previsto nel pomeriggio la sentenza di condanna a carico di Laura Taroni, l’infermiera di Saronno accusata di aver ucciso la madre ed il marito con un sovraddosaggio di farmaci. I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato quanto già emerso al termine del primo grado, condannando l’infermiera alla pena di 30 anni. Prima che i giudici si riunissero in camera di Consiglio, la Taroni aveva reso alcune dichiarazioni spontanee asserendo di non aver mai pensato di uccidere nessuno. Eppure secondo l’accusa, dopo aver eliminato il marito insieme all’amante e medico Cazzaniga, i due avrebbero voluto coronare la loro relazione d’amore ma ritenevano che la madre di lei fosse un ostacolo tale da dover essere eliminata anche lei. Oltre alla coppia di amanti, spiega Repubblica.it, nel processo erano coinvolti anche due medici e due dirigenti dell’ospedale di Saronno, tra cui Fabrizio Frattini, inizialmente condannato a un anno e 4 mesi ed ora assolto perchè “il fatto non costituisce reato”, almeno per uno dei due capi di imputazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“MAI UCCISO NESSUNO”
Attesa nel pomeriggio di oggi la sentenza a carico di Laura Taroni, l’infermiera in servizio presso l’ospedale di Saronno, in provincia di Varese, ed accusata dell’omicidio del marito e della madre. Dopo la condanna a 30 anni a carico della donna da parte del tribunale di Busto Arsizio, oggi dunque è atteso il verdetto anche da parte della Corte d’Assise d’Appello di Milano. In mattinata, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa, la Taroni ha reso alcune dichiarazioni spontanee in aula asserendo: “Non ho mai avuto intenzione di uccidere nessuno, né l’ho mai fatto. Tantomeno avrei ucciso il padre dei miei bambini che sono ancora qui a lottare”. Per l’accusa, i due omicidi sarebbero avvenuti in concorso con l’ex amante nonchè medico Leonardo Cazzaniga, il quale dovrà a sua volta rispondere davanti al tribunale di Busto Arsizio dell’accusa di aver provocato 12 morti in corsia presso il pronto soccorso del medesimo ospedale di Saronno dove lavorava. Non solo: Cazzaniga è accusato anche della morte del suocero dell’infermiera, a differenza di quest’ultima che per questa accusa è stata assolta in primo grado. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LAURA TARONI, ATTESA SENTENZA APPELLO
E’ attesa per oggi, mercoledì 3 luglio 2019, la sentenza nel processo di secondo grado in abbreviato davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano per Laura Taronni, l‘infermiera di Saronno coinvolta insieme all’ex amante, il medico Leonardo Cazzaniga, nella vicenda che ha visto verificarsi 12 morti sospette in corsia all’ospedale in provincia di Varese. Il sostituto procuratore generale di Milano, Nunzia Ciaravolo, ha chiesto per la Taroni la conferma della condanna a 30 anni di carcere per l’omicidio della madre, Maria Rita Clerici, morta avvelenata il 4 gennaio 2014, e del marito, Massimo Guerra, morto nel giugno 2013. Secondo il sostituto Pg Ciaravolo, “una volta liberatasi del marito, l’imputata voleva inserire il suo amante, Leonardo Cazzaniga, nella sua famiglia. Ma sua madre, che viveva con loro, era un ostacolo forte alla loro relazione” e, per questo motivo, doveva essere “eliminata”.
MORTI IN CORSIA A SARONNO, OGGI LA SENTENZA
Il sostituto procuratore generale di Milano ha così descritto le ultime ore di vita di Maria Rita Clerici, la mamma 61enne di Laura Taroni:”La mattina questa povera donna stava bene e la sera stava malissimo. Rimase stesa sul pavimento, mentre sua figlia le faceva il massaggio cardiaco”, prima dell’arrivo dei soccorsi. Sempre secondo il sostituto pg Ciaravolo, il marito invece sarebbe deceduto in seguito ad un “dimagrimento, dovuto alla somministrazione di farmaci che lo hanno avvelenato”. Per quanto riguarda Leonardo Cazzaniga, l’uomo è andato a giudizio davanti al Tribunale di Busto Arsizio, con rito ordinario, per rispondere dell’accusa di concorso in omicidio nei delitti dei familiari della donna e per le morti sospette di 12 pazienti nell’ospedale di Saronno, e anche per la morte del suocero dell’infermiera, accusa da cui Taroni è stata assolta.