4 tentativi falliti di uccidere Laura Ziliani prima di riuscirci. Questo il dato sconcertante che emergerebbe dalle confessioni choc degli imputati del delitto della 55enne – Paola e Silvia Zani, due delle sue figlie, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani -, a margine della prima udienza del processo a loro carico per omicidio e occultamento di cadavere. La donna avrebbe quindi rischiato di morire per altrettante volte prima che il “trio diabolico” portasse a termine il suo piano di farla fuori. Non spinto da un movente puramente economico, avrebbe precisato una delle imputate, ma per la convinzione che fosse invece la madre a voler assassinare le sue figlie.



Dai verbali delle dichiarazioni rese dai tre finiti sotto accusa, riportati da Quarto Grado, spicca la fotografia di un orrore senza troppi precedenti: a partire dal 2020, circa un anno prima della morte di Laura Ziliani, le figlie e il genero della vittima avrebbero cercato di ammazzarla e, per raggiungere il loro scopo, avrebbero usato diverse sostanze dopo essersi “nutriti” di informazioni – ritenute utili a realizzare un ‘delitto perfetto’ che gli avrebbe consentito di scampare alla lente delle indagini – attraverso serie televisive in cui avrebbero appreso nozioni sul modus operandi dei killer. Da Dexter a Breaking Bad, il trio avrebbe fatto scorpacciate di “dritte” a caccia della giusta strategia per concludere il piano senza lasciare traccia.



Veleno e antigelo in dolci e tisana: così il “trio diabolico” avrebbe tentato di uccidere Laura Ziliani per 4 volte

Le figlie di Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, si trovano in carcere con l’accusa di averla uccisa e poche ore fa, da rei confessi, avrebbero affrontato la prima udienza del processo a loro carico per omicidio chiedendo di non essere ripresi dalle telecamere. Sarebbero stati loro, per gli inquirenti, a commettere il delitto e a disfarsi del corpo occultandolo lungo l’argine del fiume Oglio dove sarebbe stato ritrovato l’8 agosto 2021, esattamente 3 mesi dopo la scomparsa della 55enne dalla sua abitazione di Temù. Nelle rispettive confessioni, ciascuno avrebbe portato sul tavolo delle indagini elementi tanto importanti quanto sconvolgenti non solo sulla dinamica e sul contesto in cui sarebbe maturato il delitto, ma anche sui vari tentativi di realizzarlo che, almeno in 4 episodi precedenti, sarebbero falliti.



I tre imputati avrebbero riferito di essersi ispirati a serie come I Borgia, dove “c’era un sicario che strozzava le persone“, mentre da Dexter, avrebbe aggiunto la figlia Silvia, avrebbero scoperto “la presenza di un veleno chiamato aconito che non lascia tracce nel corpo“. Avrebbero quindi tentato di uccidere Laura Ziliani per 4 volte servendosi di sostanze come ricina e antigelo, ma anche benzodiazepine introdotte in tisane e dolci come muffin e una torta. Sarebbero riusciti a compiere il delitto, strangolando la 55enne dopo averla stordita con farmaci, il 7 maggio 2021. Il cadavere sarebbe stato poi avvolto in una pellicola, prendendo sempre spunto dalla serie Dexter, per essere trasportato nel luogo in cui poi sarebbe stato seppellito. Dagli interrogatori a carico dei tre sarebbe emerso che primo e secondo tentativo sarebbero stati condotti con l’antigelo in una tisana, il terzo con ricina in una torta, poi, nell’aprile 2021, un altro tentativo con dei muffin imbottiti di medicinali. I tre avrebbero usato una copertura con crema a base di panna e frutti di bosco per evitare che la vittima potesse avvertire odori sospetti.