A Quarto Grado si torna a parlare del caso di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù uccisa dalle figlie e dal compagno di una di loro. Il programma di Rete Quattro ha mandato in onda la testimonianza del compagno di cella di Mirto in aula, colui che di fatto ha permesso di scoprire la verità: “Zani Silvia lavorava presso una casa di riposo e so che mi diceva che in più battute, nelle settimane precedenti l’omicidio, dalla stanza dove venivano conservati i farmaci più delicati, sottraeva piccole quantità di benzodiazepine e facendone scorta. Le avevano messe nel dolce preparato per la mamma”.
Poi ha proseguito raccontando quanto accaduto durante la sera dell’omicidio: “Mirto mi disse che Silvia prese la signora Laura Ziliani alle spalle, facendola cadere su stessa. Poi subito le si è avventata sopra Paola, poi mi disse che intervenne anche lui perchè Laura non moriva, poi prese un sacchetto trasparente e glielo misero al collo, ma non riuscendo a stringerglielo e presero una prolunga e poi gliel’avvolsero al collo fino a che Laura Ziliani non perse i sensi”.
LAURA ZILIANI, MARCO OLIVA: “SEMBRA QUASI CHE MIRTO SE NE VANTI”
“Durante l’azione le ragazze inveivano contro Laura Ziliani dicendole stro*za, muori, put*ana. Poi le hanno messo un intimo di buona fattura per inscenare poi l’omicidio verso un incontro occasionale d’amore”. Quindi il compagno di cella di Mirti ha continuato il suo racconto: “Laura Ziliani continuava ad avere convulsioni anche dopo, non aveva la certezza che fosse morta o meno. Poi Mirto prese Laura sulla spalla, e mi disse che era in intimo e se lo avesse visto qualcuno avrebbe pensato che si era abbassato per degli atti sessuali”. Marco Oliva ha commentato: “Sembra quasi che Mirto se ne godesse, quasi vantava di questa cosa. Io non so questa povera mamma come abbia potuto tenere in casa queste ragazze”.